Assolti per non avere commesso il fatto, il commerciante tempiese Cosimo Muzzu e la moglie Francesca Puggioni sono stati scagionati dall’accusa di avere applicato tassi usurari a prestiti concessi ad alcuni imprenditori. La sentenza è della Corte d’Appello di Sassari e ribalta la decisione del Tribunale di Tempio: la coppia è rimasta per quasi 20 anni sotto indagine e poi sotto processo.

Oltre alla condanna a sei anni di carcere, in primo grado era stata disposta la confisca dei beni per equivalente. Ma il pm, nel processo di Tempio, aveva chiesto l’assoluzione di Muzzu e della moglie. La Corte d’Appello di Sassari ha escluso il reato e ha revocato la confisca dei beni per equivalente, accogliendo la richiesta delle difese (gli avvocati Pietro Diaz e Marco Salis).

La famiglia Muzzu ha inviato una nota nel pomeriggio: «Ci sono voluti 18 anni perché la giustizia si arrendesse all’evidenza che in questo processo gli imputati erano le vere vittime. Un aspetto quest’ultimo già stato evidenziato nel 2022 dal Pubblico Ministero davanti al tribunale di Tempio Pausania, quando, dopo una lunga e articolata requisitoria, aveva chiesto la piena assoluzione di tutti gli imputati perché “il fatto non sussiste”. Tanto è vero che la sentenza di condanna in primo grado aveva enormemente stupito non solo la difesa che aveva evidenziato come le dichiarazioni dei querelanti fossero gravemente contraddittorie, ma anche la stessa Procura. La sentenza di condanna oggi è stata totalmente ribaltata dalla Corte d’Appello che ha finalmente riconosciuto la totale innocenza della nostra famiglia. Questo processo ha comportato per tutti noi innumerevoli danni sotto il profilo materiale e morale a cui nessuno potrà mai riparare, nemmeno una sentenza di assoluzione per la quale, comunque, siamo profondamente grati al giudici della Corte d’Appello di Sassari».

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