Tavolara, salva la vita a un turista in mare: "Nemmeno un grazie"
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Ha salvato la vita a un turista, senza neppure ricevere un "grazie".
Francesco Delpiano, cinquantenne nuorese, non si sente un eroe: "Lo rifarei altre cento volte. Quell'uomo rischiava di annegare, era in difficoltà", afferma l'ingegnere.
L'episodio è accaduto nei giorni scorsi a Tavolara. "Certo, mi aspettavo almeno un gesto di riconoscenza. Ora provo solo amarezza".
IL SALVATAGGIO - Era una giornata come tante, martedì a Tavolara.
Sole, mare un po' agitato: in spiaggia fortunati giunti in barca per ammirare questo angolo di paradiso. A un certo punto le urla interrompono la calma del pomeriggio.
Qualcuno chiede aiuto, annaspa, a circa 150 metri dalla riva.
"Una donna corre disperata, insieme a una bambina - ha raccontato Delpiano su Facebook - l'istinto è mio compagno, da sempre".
"È stato prontissimo", conferma la testimone Anna Pedata, dal suo stabilimento balneare.
Francesco getta via le stampelle.
La disabilità non è un limite, per chi è abituato ad affrontare con grinta le insidie della vita.
"Non penso, mi tuffo - dice Delpiano - con poche bracciate soccorro quell'uomo di mezza età, dall'accento laziale. Lo tranquillizzo, lo trascino per cento metri fin dove tocca. La moglie e la bambina, terrorizzate, lo prendono in consegna. Poi, lui si dirige verso il suo ombrellone, come se niente fosse".
Fine dell'incubo: tragedia scampata. Ma nemmeno un "grazie".
"A volte mi domando: siamo connessi? Che società è questa, che valori? Parlo così perché tantissimi anni fa ho rischiato di morire, in acqua, a Cala Mariolu. In quella circostanza sono stato salvato da un uomo, Giuseppe Ciusa: non smetterò mai di ringraziarlo. Gli sarò sempre grato".
L'INCIDENTE - Una vita straordinaria, quella di Francesco Delpiano.
Nel 2000 l'incidente che sconvolge la sua esistenza, a Sassari.
Viene travolto da un'auto: subisce danni permanenti. Si trasferisce a Parma, inizia una lunga riabilitazione. Quindi la rinascita, tra nuoto e altruismo.
"La vita è dare e ricevere - conclude l'atleta nuorese - nonostante la superficialità di molti, vale la pena alzare lo sguardo e osservare cosa accade intorno. C'è sempre qualcuno da aiutare".