Nessun "pizzo" per i tassisti sardi, nessun tesoretto da quasi due milioni di euro messo insieme grazie al racket delle chiamate dagli hotel storici di Porto Cervo: è questa la clamorosa conclusione del processo a carico di quattro portieri degli alberghi Cervo, Cala di Volpe e Romazzino, accusati di avere preteso percentuali tra il 15 e il 18 per cento sulle chiamate, fatte per conto dei clienti, ai tassisti di Arzachena.

Il giudice del Tribunale di Tempio, Andrea Pastori, ha assolto con la formula più ampia, i portieri Gabriele Garbati, Roberto Marin, Domenico Columbano e Federico Barbarossa.

La sentenza ha chiuso una vicenda giudiziaria che va avanti dal 2008. Era stato il pm a chiedere l'assoluzione dei quattro portieri, dopo che, due delle stesse presunte vittime dell'estorsione, avevano detto in aula di non essere state costrette a pagare.

"C'era stata una proposta di accordo tra noi e i portieri per il pagamento delle percentuali, nessuno è stato minacciato o taglieggiato", queste le parole del teste. Oggi, però, il legale della Sardegna Resorts (società proprietaria degli hotel, controllata dal Qatar, parte civile nel processo) l'avvocato Antonella Cuccureddu, ha chiesto al giudice di riaprire il caso, portando in aula altri tassisti, i testimoni che a suo tempo dissero di essere stati costretti a pagare.

Il Tribunale ha accolto, invece, la tesi delle difese: Marco Petitta, Guido Datome, Luigi Porcella e Nicola Di Benedetto.
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