«“Cristo è risorto dai morti, a tutti ha donato la vita”. Questo è il messaggio della Pasqua, sempre attuale con la sua efficacia di grazia e di speranza. Un messaggio di cui ha urgente bisogno questo tempo di profondi e sconvolgenti eventi». Si apre all’insegna della speranza il messaggio di auguri del vescovo di Tempio monsignor Sebastiano Sanguinetti ma senza dimenticare le emergenze globali e locali

Le guerre

«I notiziari quotidiani da cui siamo inondati hanno sempre più il carattere di un bollettino di guerra. Eravamo ancora sotto gli strascichi della pandemia, e ci siamo ritrovati sommersi dall’immane tragedia dell’invasione armata dell’Ucraina: una guerra, in aggiunta ai tanti altri scenari di guerra sparsi in vari continenti, che ci coinvolge tutti e di cui tutti subiamo gli esiti. Ma non ci sono solo le guerre tra popoli. Vi sono le tante guerre personali che ammorbano il tessuto ordinario delle relazioni umane anche in casa nostra: violenze di ogni genere anche tra le mura domestiche, sui bambini e sulle donne, corruzione, malavita organizzata… Mi domando: cosa sono la guerra, la fame, gli odi, le vendette, le divisioni se non un inferno già in terra? Che cos’è una società come la nostra che non genera più figli? Proprio gli ultimi dati diffusi dalla stampa danno la nostra Isola con il più basso indice di natalità: 0,97%! Una società che non genera è una società senza futuro e senza speranza. È una società senza Dio».

«In questo contesto, credere nella risurrezione non è solo un atto mentale, ma azione concreta. Crede nella risurrezione chi aiuta la vita ad andare avanti, a far fare un passo avanti all’umanità malata e impaurita. La risurrezione, quindi, non è una parola magica, ma un programma di vita nuova, spirituale che tende a farsi breccia nel tempo. Ci credono coloro che fanno compiere un passo avanti alla storia avvicinandola all’eternità».

Le emergenze galluresi

Dalla sanità alle strade, sono tante le emergenze in Gallura, al centro del messaggio di Sanguinetti. «Come pastore di questo territorio non posso non sottolineare qualche situazione di grave disagio che ha bisogno di risposte immediate. Il primo riguarda il tema della sanità, che sempre più si dimostra incapace di rispondere ai bisogni primari ed essenziali della gente, soprattutto dei più poveri. Alle croniche carenze dei tre ospedali (Olbia, Tempio, La Maddalena) si aggiunge il serio rischio di chiusura del Mater Olbia, sul quale era riposta tanta speranza del territorio e non solo. Il secondo riguarda la viabilità: i dieci anni di interruzione della strada di Monte Pino che collega Olbia con Tempio, di cui non si conoscono i tempi di riapertura e la grande incompiuta rappresentata dalla nuova strada che dovrebbe collegare Olbia con la Costa Nord della Gallura. Ritardi incomprensibili e non più giustificabili, che dovrebbero scuotere la coscienza di tutti, cittadini ed istituzioni».

«La Santa Pasqua – conclude il vescovo –, pertanto, sia monito e stimolo ad essere tutti – singoli, comunità, istituzioni – costruttori di pace, di prossimità e di equità sociale».

© Riproduzione riservata