A Olbia il disagio minorile porta tutti, nuovamente, attorno a un tavolo.

In una lunga riunione congiunta tra le commissioni consiliari Servizi sociali e Cultura, Sport e Spettacolo, forze dell’ordine, scuola e parrocchie il tema si è affacciato prepotente, spinto da un’emergenza educativa che in città si traduce in numeri importanti, se analizzati rispetto alla densità di popolazione.  

Non solo i 600 casi di minori affidati ai servizi sociali, dato riferito dalla Dirigente del settore, ma soprattutto una serie di episodi di bullismo, cyberbullismo e devianza che la pandemia ha amplificato.

La prima di una serie di incontri che serviranno, prima che a trovare gli strumenti, a comporre il puzzle di una realtà complessa e difficile da intercettare.

«Olbia è prima di tutto una città giovane dinamica e questo è un dato positivo  - commenta Ivana Russu, vice presidente della commissione servizi sociali – ma ha problemi legati al disagio minorile evidenti. Dalla riunione emerge che la città ha la necessità di un intervento coordinato sul welfare. Il disagio minorile che va affrontato dando sostegno alle famiglie e  preoccupante quanto il fenomeno delle devianze, ovvero quella serie di problematiche legate disturbi psicologici o psichiatrici che una famiglia dovrebbe avere modo di affrontare economicamente. Nelle prossime riunioni ci aspettiamo di avere dati più precisi, e la presenza dell’Ats, che ci forniscano uno spaccato reale tale da capire quali sono gli interventi di cui c’è più necessità».

Un primo passo l’istituzione dell'Osservatorio permanente sulla condizione giovanile in città, mozione protocollata insieme agli altri consiglieri di minoranza del Pd Gianluca Corda, Antonio Loriga, Maddalena Corda, Rino Piccinnu e Stefano Spada: «Serve un luogo stabile, riconosciuto, formale e operativo in grado di studiare il fenomeno ed attuare urgenti iniziative di monitoraggio».

Una proposta simile al “protocollo di intesa” fra le parti proposto da Maria Antonietta Cossu: «Da presidente della commissione servizi sociali e da pedagogista so che il tema va affrontato con delicatezza e serietà e che avremo l’opportunità, negli incontri successivi, di affrontare il problema in maniera sistemica; ho parlato anche di protocolli di intesa, ma questo sarà un tema che verrà approfondito nelle ulteriori riunioni di commissione. Questa giornata è una delle tante che abbiamo programmato dove ci saranno tutta una serie di approfondimenti, una sorta di osservatorio dove tutti mettono in campo i propri saperi».

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