Sea Forest Life, la Commissione Ue a La Maddalena per verificare il progetto
Giudizio postivo della commissaria Hana MandelilovaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sembra essere positivo l’esito della verifica della Commissione Europea giunta a La Maddalena per accertare lo stato di attuazione del Progetto Sea Forest Life, al quale nel 2017 aveva aderito il Parco Nazionale di La Maddalena (col commissario Leonardo Deri), insieme a quelli dell’Asinara e del Cilendo, con l’Aprea capofila, Ispra, Cnr Ambiente, Università della Tuscia e altri enti. “Sono rimasta molto impressionata dalla quantità di lavoro che è stato fatto in tutti questi anni”, ha affermato Hana Mandelilova commissaria della European Climate Infrastructure end Environment Executive Agency; “non è facile lavorare in un ambiente marino e varie sono state le difficoltà che però sono state ben gestite”. Il progetto Seam Forest ha l’obiettivo generale di ripristinare gli habitat delle praterie di Posidonia oceanica, attraverso azioni concrete di riduzione del loro degrado. La Posidonia oceanica ha infatti la capacità di produrre ossigeno e catturare anidride carbonica nelle sue radici: si tratta, quindi, di un ecosistema di vitale importanza per contrastare i cambiamenti climatici. Il Programma Sea Forest Life Sea For esiste da 35 anni, è uno dei più longevi della Comunità Europea, sottolinea il monitor Carlo Ponzio, incaricato dalla Commissione per verificare annualmente lo stato di attuazione del progetto, che ha accompagnato (con il direttore del Parco, Giulio Plastina), la commissaria Mandelilova nei sopralluoghi, a terra e a mare, in particolare per verificare i trapianti di posidonia e l’installazione dei campi boa. Con loro erano presenti i rappresentanti dei vari enti che partecipano al progetto, che si concluderà a fine dicembre; Poi nei successivi 3-4 mesi sarà stilata la relazione finale con la valutazione complessiva, del partenariato, e singola per ognuno dei tre Parchi. C’è tuttavia un rammarico, espresso Marcello Miozzo, coordinatore del partenariato: il Piano, che in 35 anni ha prodotto oltre seimila progetti in tutta Europa “nella nuova programmazione non ci sarà più; così è stato annunciato dalla Commissione. Ed è un peccato perché ha una qualità applicata sul territorio che altri programmi non hanno, cioè realizza delle azioni concrete di conservazione che hanno una durata nel tempo”.
