Il detenuto aveva chiesto di uscire dalla cella fuori dall’orario consentito. Dopo il “no” ricevuto dall’agente di polizia penitenziaria, ha atteso  l’apertura prevista per sferrargli un violento pugno alla tempia.

L’aggressione è avvenuta nella sezione di alta sicurezza del carcere di Tempio Pausania. A denunciare l’ennesimo attacco contro chi fa solo il suo lavoro   è il segretario generale della Uil Pa Polizia Penitenziaria della Sardegna, Michele Cireddu, che aggiunge: «In questo caso l’agente è stato colpito a sangue freddo e non ha potuto nemmeno rendersi conto di quello che stava per succedere. Il detenuto, non pago», prosegue Cireddu,  «lo ha poi minacciato di morte mentre a stento riusciva ad uscire dalla sezione e chiamare i soccorsi». 

Il poliziotto è stato trasportato d’urgenza tramite il 118 in ospedale: 30 i giorni di prognosi. 

«Sono episodi che certificano la sconfitta del sistema penitenziario attuale», sottolinea il sindacalista, «questo fallimento sta inesorabilmente ricadendo sulla polizia penitenziaria costretta a sopperire a tutte le criticità subendo ogni tipo di aggressione e di angheria. Forse il Governo dovrebbe comprendere che la campagna elettorale è finita da un pezzo e gli slogan in favore della Polizia penitenziaria dovrebbero essere tradotti in fatti concreti prima che si verifichino tragedie irreparabili». 

Sulla vicenda interviene anche Alessandro Cara segretario regionale dell’Unione sindacati di polizia penitenziaria (Uspp): «La situazione degli istituti sardi deriva da anni di sottovalutazione politica e istituzionale delle problematiche che nel tempo si sono amplificate», accusa, «ma anche dalle disattenzioni di un’amministrazione che già dal suo vertice regionale non appare più idonea a contrastare le molteplice situazioni critiche derivanti anche dalle carenze organiche ormai inaccettabili e all’assenza di direttori e comandanti che contribuiscono al senso di abbandono del personale di polizia penitenziaria». 

 Cara, assieme al presidente nazionale del sindacato, Giuseppe Moretti, sottolinea che  «il nuovo vertice dipartimentale dovrà affrontare una volta per tutte il problema dell’assenza di tali figure, ma anche rivedere le posizioni di quei dirigenti che non rispondono allo standard di efficienza che occorrerebbe per governare il sistema penitenziario in Sardegna e non solo». 

(Unioneonline/E.Fr.)

© Riproduzione riservata