Era di sabato, un tiepido e soleggiato sabato di primavera, quel 10 aprile 1943, e sebbene l’Italia fosse in guerra da qualche anno e nonostante si fosse e si vivesse, da militari e da civili, all’interno di una piazzaforte militare, tutto a La Maddalena e a Palau era, più o meno, tranquillo.

Nulla lasciava presagire che quello sarebbe stato un pomeriggio di sangue, dolore, morte e distruzione. Ieri quella tragica giornata è stata rievocata solennemente con una triplice cerimonia in ricordo di coloro che vi persero la vita: 77 militari facenti parte l’equipaggio del Regio Incrociatore Trieste (74 rimasero gravemente feriti), sorpreso quel giorno all’ancora dall’aviazione americana, sotto Monte Altura, nella Baia della Sciumara.

Nei giorni scorsi proprio nella baia della Sciumara era stato ancorato, a una profondità di 12 metri e circa 250 da terra, un monumento di bronzo, raffigurante un angelo alato proteso verso l’altro, a perenne ricordo dei 77 tra ufficiali, sottufficiali e marinai dell’incrociatore che lì persero la vita.

Ieri, invece, sulla nave Orione, si è svolta la prima parte della cerimonia, con la rievocazione degli eventi e il lancio in mare di una corona d’alloro, benedetta dal vescovo Sebastiano Sanguinetti, alla presenza del sindaco di Palau, Franco Manna, di quello di La Maddalena, Fabio Lai, e l'ammiraglio Enrico Pacioni, comandante di Marina Ovest.

La commemorazione è proseguita poi nella chiesa di Palau dove è stata scoperta una targa recante i nomi di tutti i caduti dell’incrociatore.

Poi il corteo fino alla spiaggia della Sciumara, dove i due sindaci e lo stesso ammiraglio hanno tenuto i loro discorsi.

La manifestazione è stata accompagnata dalle esibizioni della Banda della Brigata Sassari e della Fanfara del Comando Marittimo Nord.

L’evento è stato realizzato e finanziato congiuntamente delle amministrazioni comunali di Palau e La Maddalena.

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