Una martellata sul cranio un mese prima dell’omicidio.

Marco Pusceddu, ucciso ieri notte a Buddusò, con cinque colpi di pistola tra collo e petto nella sede dell’Intervol, aveva subito un altro assalto.

Era stato colpito in paese  mentre era fermo  a bordo della sua vettura e aveva riportato delle gravi ferite. Lui stesso, stando a quanto aveva raccontato ad amici e conoscenti,  non si dava spiegazione di quanto avvenuto. I carabinieri smentiscono che Pusceddu avesse denunciato l'aggressione. 

Ieri intanto l’esecuzione a sangue freddo del 51enne, di mestiere soccorritore del 118 da decenni. «Era una bravissima persona»,  riferiscono tutti i suoi amici. Ma per qualcuno era un nemico.

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