Un’analisi complessa chiude il cerchio dell’indagine conoscitiva “La condizione di vita dei giovani e degli adolescenti”, promossa da Comune di Olbia, Istituto Euromediterraneo, Parrocchia San Ponziano di Olbia e Gruppo Salesiani, e in collaborazione con il Laboratorio di statistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

In parte già presentata a luglio scorso, all’accurata fotografia, illustrata dal docente di statistica sociale Emiliano Sironi - e basata su 650 risposte valide su 700 questionari somministrati a studenti (medie e superiori) e a giovani lavoratori dei territori tra Olbia, Tempio e limitrofi - si è aggiunta la voce di una serie di interviste a “testimoni privilegiati” quali docenti, istruttori sportivi, educatori, esercenti. Emerge una generazione percepita come brillante, comunicativa e talentuosa, patrimonio per la comunità; le preoccupazioni riguardano il rapporto e la comunicazione (faticosa) con gli adulti, l’ansia e il disorientamento nell’affrontare il futuro. Dall’incapacità di autoaffermazione e dal senso di frustrazione, rilevato, in particolare, dagli operatori sociali, la deriva verso devianze come abuso di sostanze o alcol, e la depressione.

«Senza relazione l’accompagnamento educativo diventa evanescente»,  spiega il sociologo Giancarlo  Cursi, coordinatore della ricerca, «il bisogno di affermarsi non vissuto nella società adulta si riversa nell’autoaffermazione tra pari, una battaglia molto stressante che induce alla ricerca di momenti sedativi».

Sempre dalle interviste emerge una fatica delle scuole a dare competenze significative alle esigenze lavorative del territorio; dall’osservatorio degli adulti anche la difficoltà di questa generazione a trovare stabilità lavorativa ed affettiva. «Tra le partite aperte», afferma Cursi, «l’incontro scuola famiglia ancora difficile e l’accompagnamento delle famiglie all’adultità dei figli. Così come il supporto alla stabilità nelle esperienze abitative, familiari e relazionali dove c’è ancora molto da fare».

Dalle risposte degli studenti altrettanti spunti di riflessione: punti di riferimento centrati sulla famiglia -  la mamma in particolare, in minore misura la figura paterna e i nonni –  e sugli amici, scarsa fiducia riposta in insegnanti, educatori e parroci. Il grado di benessere percepito come alto alle medie, scende con l’aumentare dell’età ed emerge che, dalle superiori, sono le ragazze ad avere maggiore conflittualità rispetto ai rapporti con gli altri. Una scala di valori che mette ai primi posti autorealizzazione e benessere economico, un consumo abbastanza diffuso di alcool, tabacco e droghe leggere, la tolleranza alla violenza tra pari e alle diete drastiche e una grande propensione alla mobilità e al trasferimento per studio o lavoro. «È necessario un percorso di riflessione prima di dare risposte, una voce scientifica dalla quale partir»,  ha commentato  l’assessora alle politiche sociali, Simonetta Lai, rivolta ai tanti studenti presenti, «difficile trovare soluzioni ma il vostro supporto è fondamentale sia nelle idee che nelle critiche».

Riportare gli insegnanti ad essere punto di riferimento dei giovani, ha auspicato Anna Paola Aisoni, vicesindaca di Tempio mentre il dirigente del Liceo Scientifico “Mossa”, Gianluca Corda, proporrà ai suoi studenti di  riprendere ed analizzare l’indagine in classe.  

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