La pista ciclabile in via di realizzazione, che corre parallela alla strada per Moneta e Caprera nel Lungomare Mirabello, separa drasticamente l’ex ospedale militare, trasformato in quello che, ai tempi del G8 mancato del 2009, sarebbe dovuto essere l’Hotel Carlo Felice (mai entrato in funzione), dal mare e dall’attuale e potenziale portualità, penalizzandoli.

È quanto sostanzialmente sostiene Franceschino Bardanzellu, che per decenni è stato consigliere comunale d’opposizione tra le fila del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale, e che continua a seguire le attività amministrative di un’isola sulla quale si tornerà a votare tra meno di un anno.

«La pista ciclabile comporta una svalutazione dell’albergo perché non si potrà utilizzare la portualità, visto che la stanno realizzando proprio all’inizio della banchina. È vero, c’è una strada esistente, ma avrebbero potuto realizzarla dall’altra parte; ad esempio tra la strada e l’inizio dell’area alberghiera. L’ideale, però – sostiene Bardanzellu – sarebbe stato se il tragitto fosse stato diverso, tagliando all’altezza delle Due Casette (ex posti di guardia, ndr), per proseguire fino a Moneta utilizzando la via esistente fino a pochi anni fa, poi chiusa dalla Marina Militare. Era il vecchio collegamento, utilizzato fino a quando, a partire dalle Due Casette, l’attuale lungomare era vietato ai civili. «Una strada che – prosegue Bardanzellu – non si sa perché, ad un certo punto è stata chiusa; e che, invece, dovrebbe essere riaperta».

L’idea di non utilizzare la strada del Lungomare Mirabello, ad alta intensità di traffico, a beneficio dell’albergo per garantirgli continuità verso il mare, balenò durante i lavori del G8, considerando che questa avrebbe limitato l’attrattiva di un investimento turistico. Si era pensato a un collegamento alternativo ed unico attraverso Via Indipendenza, ma questa idea fu poi abbandonata a causa della ristrettezza della carreggiata disponibile.

Ad ogni modo, per Bardanzellu, la scelta dell’Amministrazione Lai di far passare anche lì la pista ciclabile «è completamente sbagliata; e la Regione Sardegna, essendo proprietaria di quell’albergo, potrebbe anche intervenire».

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