Il Parco Nazionale di La Maddalena riprende, dopo 11 anni, il monitoraggio degli uccelli passeriformi. Ecco alcuni risultati delle ricerche realizzate nel 2012.  

Un pettirosso inanellato il 19 febbraio 2012 a Caprera fu segnalato in Finlandia in aprile; in 65 giorni aveva volato per ben 2.194 chilometri. Un altro pettirosso “maddalenino” venne ritrovato in Svizzera mentre un “pigliamosche", poche settimane dopo l’inanellamento avvenuto a Caprera aveva raggiunto l’Ungheria.

Questi dati furono presentati, nel 2013, al Cea di Stagnali (Caprera) dal dr. Sergio Nizzardi che con la dottoressa Carla Zucca, entrambi della società Antus, avevano effettuato, per conto del Parco Nazionale, uno studio sull’avifauna. Nel 2012 era stato fatto uno studio, mediante cattura e inanellamento di piccoli uccelli migratori, prevalentemente di passeriformi, che nel corso dell’anno si alternano nell’Arcipelago.

In un anno di attività furono inanellati 3.990 uccelli. Il 34% erano pettirossi, il 10% capinere, il 9,6% beccafichi. E poi ancora merli, beccacce, civette, upupe, occhiocotti, beccafico, pigliamosche, capinere, tortore, picchi. Successivamente fu effettuato uno studio su due specie nidificanti, il marangone dal ciuffo e il gabbiano corso. Per quanto riguarda il marangone dal ciuffo si riscontrò essere decisamente aumentata la popolazione, passata dalle circa 300 coppie censite nel 1986 (Schenk & Torre) alle 495 coppie rilevate nel 2012, distribuite in 21 isole dell’Arcipelago. Anche questo volatile marino si sposta, ne furono infatti trovati esemplari inanellati a Porto Venere in Liguria, come nei pressi di Propriano in Corsica.

Per quanto riguarda il gabbiano corso, diffuso nel bacino del Mediterraneo, è presente un po’ in tutte le isole dell’Arcipelago con colonie più o meno numerose. Lo studio effettuato dai due ricercatori evidenziò, rispetto ad altri svolti in precedenza, l’estinzione, la scomparsa nel Parco Nazionale di La Maddalena, dell’aquila di Bonelli, del falco pescatore, della sterna maggiore (che molto probabilmente nidificava nell’Arcipelago fino agli ultimi decenni del diciannovesimo secolo), e della pernice sarda (per la quale però non c’è certezza in passato di una presenza significativa). Viceversa sono arrivati nel Parco Nazionale, e prima non c’erano, il colombaccio, la tortora dal collare e l’assiolo.

Sarà dunque interessante, e non solo dal punto di vista scientifico, il confronto di questi dati con quelli che si otterranno col nuovo studio in programma.

© Riproduzione riservata