Se ne dovrà stare tranquilla nella nicchia dov’è stata collocata, dietro l’altare maggiore, la statua settecentesca, di legno d’ulivo, di Santa Maria Maddalena: niente esposizioni alla venerazione dei fedeli; niente processioni, due volte l’anno. C’è da preservare la statua in quanto è stato constatato lo stato di fragilità del simulacro e del conseguente pericolo di danneggiamento, «che è da tutelare, per il valore artistico, di fede e non ultima per l’identità demo-antropologica di La Maddalena».

La richiesta, dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tempio-Ampurias, è stata inoltrata al parroco di Santa Maria Maddalena, don Umberto Deriu, al quale non è rimasto altro che adeguarsi, dopo l’invito perentorio «a non permettere che il simulacro, venga rimosso, per alcun motivo, dalla propria allocazione», «a causa dell’estrema fragilità e del conseguente pericolo al di danneggiamento», «in vista di un radicale restauro e stabilizzazione».

Parroco che sta facendo realizzare, per interessamento della Classe 1974 del Comitato Feste Patronali, una copia in vetroresina della statua da esporre alla venerazione dei fedeli e da portare in processione. Copia che i fedeli si augurano sia pronta per Pasqua, diversamente salterebbe la Processione dell’Incontro col Cristo risorto, unica in Sardegna; l’altra processione è il 22 luglio, festa patronale.

Il divieto in questione sta suscitando più di una perplessità tra i fedeli, in particolare tra quelli più legati al culto della loro patrona e a quella statua così cara, alla quale sono fortemente affezionati e che hanno sempre conosciuto, che non potrà essere pregata da vicino e toccata, né portata in processione per le vie del paese e per mare. Quel che si augurano è che tutto possa tornare come prima, dopo il restauro e la stabilizzazione.

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