L’Ute, la più longeva associazione culturale isolana ancora in piena attività, ha inaugurato venerdì scorso il nuovo anno accademico con un momento di grande significato: l’omaggio al suo socio fondatore più anziano, Tonino Conti, che ha raggiunto il ragguardevole traguardo dei cent’anni, portati con la lucidità, l’ironia e la passione di sempre.

La vita di Tonino Conti è un percorso costellato di studio, curiosità e amore per il sapere: dalla storia alla filosofia, dalla letteratura alla poesia, fino all’approfondimento linguistico e al recupero del patrimonio dialettale. Come ha ricordato la presidente dell’Ute, Marina Spinetti, «la poesia rappresenta la sintesi più alta del suo cammino culturale, fondato su una conoscenza profonda della lingua, delle parole, sia in isulanu che in italiano». Una poesia spesso intrisa di malinconia, «perché io sono nato triste», ha confidato Conti, ma capace di aprirsi anche alla leggerezza e al sorriso, come ha dimostrato leggendo con garbo e ironia alcuni dei suoi versi più vivaci.

Per anni, per riservatezza e timidezza, Tonino Conti ha custodito gelosamente le sue poesie, finché non è stato convinto a renderle pubbliche: dapprima sotto pseudonimo, in piccole pubblicazioni artigianali, e poi, a partire dal 1989, con l’editore Paolo Sorba, che ne ha valorizzato l’opera. «Mio padre voleva che in casa si parlasse solo isulanu», ha raccontato Conti. «Per l’italiano c’era la scuola…». L’isulanu della sua famiglia, d’origine corsa, era quello autentico, privo di contaminazioni: la lingua delle radici, che egli ha studiato, custodito e trasmesso con rigore filologico e amore profondo. Oggi nessuno può scrivere seriamente in isulanu senza confrontarsi con il suo lavoro, che rappresenta un punto di riferimento per la corretta conoscenza e valorizzazione di questo dialetto, riconosciuto ufficialmente come variante del gallurese.

«Mi ha insegnato ad amare il dialetto e a comprenderne la bellezza», ha detto Gianluca Moro, giovane intellettuale isolano, ricordando il rapporto umano e culturale che lo lega a lui. Figura simbolo della “maddaleninità” più autentica, Tonino Conti è anche profondo conoscitore della storia e delle tradizioni dell’isola, che ha ricostruito con rigore negli studi, nelle testimonianze e nei racconti dei protagonisti.

Nel corso della serata è stato ricordato anche il suo lungo impegno presso l’ex Arsenale militare, dove per oltre un quarto di secolo ha diretto la Scuola Allievi Operai, formando centinaia di giovani non solo alla professione, ma anche ai valori della vita e del lavoro. Un intellettuale discreto e disponibile, un maestro di cultura e umanità; questo è Tonino Conti, con i suoi Cent’anni di sapere, poesia e amore per la sua isola.

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