Clamorosa protesta questa mattina a La Maddalena. Una donna, di una struttura balneare di Caprera, si è incatenata alla maniglia della porta del municipio per protestare contro le mancate autorizzazioni per la riapertura dell’attività. Non è un problema isolato questo, perché senza autorizzazione alla riapertura ci sono una decina di chioschi su una ventina complessivi.

Una situazione complessa, incresciosa e dannosa sia per i titolari di attività che per i dipendenti come anche per i turisti che non possono usufruire dei servizi bar, ristorazione e igienici offerti dei chioschi su spiagge e pinete delle due isole maggiori dell’arcipelago. E i tempi di risoluzione del problema, considerato che siamo al 10 giugno, non sembrano brevissimi.

Tutto sarebbe nato dalla necessità di adeguare alla normativa vigente le strutture-chioschi che prevede, tra l’altro, la presenza di due bagni per quelle che effettuano il servizio al pubblico a tavolino. È stato necessario, da parte del Comune, elaborare e inviare in Regione (in ritardo secondo alcuni, nei tempi possibili – data la complessità della pratica – secondo l’Amministrazione comunale), la Vinca (Valutazione Incidenza Ambientale) che sarebbe tornata approvata soltanto alcuni giorni fa, il 6 giugno.

A questo punto i titolari delle attività hanno potuto e possono inoltrare le richieste, che dovranno essere esaminate ciascuna in una conferenza di servizi, tra Comune di La Maddalena e Soprintendenza di Sassari. I tempi concessi dalla legge sono di 30 giorni ma l’Amministrazione comunale, per quanto di sua competenza, si è impegnata ad accelerarli il più possibile mentre questa mattina il sindaco Fabio Lai ha sollecitato la Soprintendenza a fare altrettanto.

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