«La resistenza del nostro popolo agli attacchi è sempre stata forte ma siamo consapevoli che senza gli aiuti umanitari, che hanno dato speranza al popolo, la nostra realtà ora sarebbe completamente diversa».

Chiude così la sua lectio magistralis l'ambasciatrice della Repubblica del Kosovo in Italia, Nita Shala, a Olbia in occasione dell'evento conclusivo delle commemorazioni a venticinque anni dalla morte di due volontari olbiesi, Roberto Bazzoni e Antonio Sircana, che hanno perso la vita in un incidente aereo, in volo per una missione umanitaria per il Programma alimentare mondiale, diretto in Kosovo, il 12 novembre 1999, dopo la fine della guerra.

Dal Trattato di Londra che, nel 1913, ha escluso dall'Albania una parte consistente della popolazione albanese del Kosovo, all’autoproclamazione di indipendenza dalla Serbia nel 2008, la diplomatica ha ripercorso la storia del Kosovo definendo il suo paese «un esempio di resistenza pacifica e di integrazione tra le etnie, con il riconoscimento ufficiale di quelle minoritarie, tanto da essere un paese ormai multietnico». Multietnicità che lo accomuna a Olbia, di cui il sindaco, Settimo Nizzi, ha sottolineato il legame con i Balcani. «A Olbia, risiedono 377 albanesi, 55 kosovari, 15 macedoni, 10 serbi e 44 croati».

In occasione dell'incontro commemorativo dedicato alla memoria dei due compianti volontari, alla presenza delle autorità civili e militari, è stata consegnata, poi, una borsa di studio istituita per valorizzare l'impegno civile e la solidarietà internazionale, in continuità con i valori dei due compianti volontari. Intitolato a Roberto Bazzoni, il premio è stato assegnato ad Andrea Rodolfo Stragà, studente del corso di Scienze infermieristiche, selezionato dall'Università di Sassari.

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