Inizia domani il procedimento penale per il presunto maxi buco nei conti di Gianluca Vacchi. Approda davanti al gup di Tempio il fascicolo a carico degli ex amministratori di Vacchi, Pietro Oliva, 52 anni, della frazione olbiese di San Pantaleo e la compagna, Stefania Schirru, 53 anni, di Simaxis (provincia di Oristano).

Ai due, difesi dagli avvocati Domenico Putzolu e Maria Caterina Pisano, vengono contestati i reati di appropriazione indebita e auto riciclaggio. Il capo di imputazione, definito sulla base di una indagine della Guardia di Finanza di Olbia, è stato firmato dalla pm di Tempio, Nadia La Femina.

Secondo la Procura gallurese, gli ex amministratori di Vacchi (imprenditore, dj e influencer) si sarebbero appropriati di circa 911mila euro, in un periodo compreso tra il 2015 e il 2020. I finanzieri, coordinati dal capitano Carlo Lazzari, hanno segnalato transazioni e trasferimenti di somme di denaro sul conti correnti, carte prepagate e Postepay che sono stati attribuiti a Oliva e Schirru. Una parte del denaro sarebbe stata trasferita  un società agricola, con sede a San Pantaleo.

Vacchi, assistito dall’avvocato bolognese Gino Bottiglioni, dopo avere presentato un esposto, già domani potrebbe costituirsi parte civile. Le persone sotto accusa, che respingono tutte le contestazioni, avevano la disponibilità dei conti per la gestione delle ville di Vacchi a Porto Cervo, Bologna e Miami. Alla coppia sarda viene contestato anche il reato di auto riciclaggio per il trasferimento, secondo il pm, dei soldi di Vacchi su altri conti.

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