La Costa Smeralda piange Gesuino Monagheddu, morto all’età di 90 anni dopo una vita dedicata alla tutela e al funzionamento del Consorzio. Ne fu segretario del Comitato di architettura dal 1963, incarnandone lo spirito che voleva che ogni costruzione nascesse nel rispetto della “serenità del paesaggio”. Il parere era vincolante: se un progetto non otteneva il via libera, non vedeva la luce, anche a dispetto di qualsiasi autorizzazione comunale o regionale.

Nel salutarlo, il Consorzio lo ricorda con due episodi in particolare: quando disse “no” alla villa dei Guinness e quando spostò la pietra con la scritta “Costa Smeralda”.

Nel primo caso Dolores Guinness, vedova di Patrick – uno dei fondatori del Consorzio – voleva costruire una villa al fianco di quella dell’Aga Khan. Un progetto al quale lo stesso principe teneva molto, ma che eccedeva nelle volumetrie. Nel corso della riunione, nonostante lo avessero invitato a chiudere un occhio, Monagheddu spiegò che il progetto fosse da rifare, scatenando la furia dell’architetto Vietti, e ricevendo una convocazione dall’Aga Khan. Monagheddu temeva di essere cacciato, ma invece fu ringraziato: «Tutti dovrebbero essere come te», gli disse.

Il secondo aneddoto si collega a una visita che fece, accompagnando l’Aga Khan, a Portisco. Il principe rimase disgustato dalle costruzioni di quella zona, e chiese a Monagheddu di spostare la celebre pietra con la scritta “Costa Smeralda” quasi un chilometro più avanti, per evitare che qualcuno potesse pensare che Portisco ne facesse parte.

(Unioneonline/L.Ne.)

© Riproduzione riservata