Primo atto, questo pomeriggio, della nuova inchiesta aperta dalla Procura di Tempio sulla morte di Enrico Bacciu, avvenuta il 4 marzo del 2019 in una villetta di Porto San Paolo. Bacciu, morto all’età di 38 anni, era coinvolto in indagine su una banda di trafficanti attiva e Olbia e a Roma. 

Il medico legale Salvatore Lorenzoni ha effettuato un prelievo di tessuti dai resti della persona deceduta, dopo la riesumazione della salma avvenuta nel cimitero di Porto San Paolo. Il compito di Lorenzoni è difficile, a distanza di oltre quattro anni dai fatti il consulente dei pm di Tempio deve accertare la causa del decesso di Bacciu.

La prima indagine, brevissima, si era conclusa con l’archiviazione, si parlò di un evidente suicidio. Ma gli avvocati dei familiari della vittima, Fabio Varone e Salvatore Meloni, hanno ottenuto la riapertura del caso fornendo ai magistrati nuovi elementi sulla vicenda. Almeno quattro persone sarebbero a conoscenza di quanto avvenuto nella casa di Bacciu nelle 24 ore precedenti alla morte dell’uomo. Persone che avrebbero partecipato a un festino durato diverse ore.

Una di queste persone, quattro anni fa, ha fornito ai Carabinieri tre diverse versioni dei fatti, dicendo anche di avere messo a posto e ripulito la casa dopo avere trovato Bacciu strangolato con una corda. Un racconto per certi versi assurdo che non ha mai convinto i Carabinieri.

Non è escluso che nei prossimi giorni ci possano essere delle iscrizioni nel registro degli indagati della Procura di Tempio. 

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