Arzachena, oltre 3000 visite in poche settimane al Museo del Pane
Una testimonianza viva della civiltà contadina(foto Ronchi)
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Non saranno numeri della Galleria degli Uffizi di Firenze, ma quelli in termini di presenze contati nel piccolo Museo del Pane di Arzachena, oltre 3000 persone in poco più di 2 mesi, non sono che ampiamente significativi dell’interesse che questo ha suscitato non solo tra i residenti ma anche tra i tanti turisti.
Allestito nel centro storico della cittadina, in 2 stanzette messe a disposizione dalla Parrocchia di Santa Maria della neve, il Museo del Pane presenta nel primo piccolo locale il forno a legna, dove le massaie arzachenesi d’un tempo si recavano con i pani già preparati a casa per essere infornati e cotti, mentre nell’altra stanza, alla quale si accede superando due gradini, si trovano una serie di attrezzi utilizzati per la coltivazione della terra e del grano in particolare e per l'allevamento del bestiame, unitamente ad arredi casalinghi della vita quotidiana.
Nella stessa stanza una serie di fotografie degli stazzi, in bianco e nero e a colori. Ad organizzare il tutto è stata l’associazione La Scatola del Tempo, della quale presidente Mario Sotgiu: «Numeri che raccontano il successo di un luogo prezioso per la nostra comunità», commenta.
«Dietro questo bel risultato c’è la passione di diverse persone: volontari, operatori culturali, Comune di Arzachena e sostenitori che hanno collaborato per far conoscere e valorizzare questo scrigno della nostra memoria e che gli arzachenesi chiamano “La Casedda di lu Furru”. Grazie a questa disponibilità - prosegue il presidente, Mario Sotgiu - il Museo è diventato un luogo vivo, capace di emozionare i visitatori e far rivivere antichi gesti e profumi legati alla cultura degli stazzi e del pane. Tutto questo arricchito dalle belle fotografie di Giuseppe Contini che, a giudicare dai commenti lasciati nel registro delle firme, è riuscito ad emozionare ancora una volta. È importante credere nella bellezza della propria storia… ed è importante condividerla».