Terza richiesta, nel giro di un mese, di concessione demaniale marittima per la realizzazione di un (altro) parco eolico al largo della costa nordorientale dell’Isola. Dopo quella avanzata da Tibula Energia per 65 turbine di fronte a Tavolara e a Molara, e quella inviata da Zefiro Vento srl, che ne ha previste 210 a venti chilometri dai litorali della Costa Smeralda, ieri è stata depositata, nella Capitaneria di porto di Olbia, la domanda di Nurax Wind Power srl, società con sede a Milano.

I numeri

Inviata anche al ministero delle Infrastrutture, la domanda di rilascio della concessione, di durata trentennale, per una superficie pari a oltre due milioni e cinquecento metri quadri, è finalizzata all'installazione di 33 pale eoliche galleggianti, alte 280 metri, nello specchio acqueo a 35 chilometri di distanza dalla costa che va da Capo Ferro fino all'Isola di Caprera e con punto di approdo a terra del cavidotto di collegamento nella località marina di Pittulongu.

Un progetto della portata di più di un miliardo e cinquecento milioni di euro (anche se nel piano economico si parla solo di due milioni destinati alla “compensazione ambientale”) che, nelle intenzioni della Nurax Wind Power, dovrebbe garantire una produzione annua di energia sostenibile fino a 1660 Gwh, contribuendo al raggiungimento dell’indipendenza energetica dell’intero Paese. 

Ambiente a rischio

Secondo i documenti prodotti dalla Nurax Wind Power il progetto, per la parte a terra, non sarebbe in contrasto con gli obiettivi e le strategie del Piano urbanistico comunale di Olbia e nemmeno con il Piano paesaggistico regionale. Una valutazione che ora dovrà essere esaminata con cura dalla Capitaneria di Porto e dagli altri enti. In ogni caso c’è tempo fino al 28 luglio per presentare osservazioni, mentre scade oggi il termine per opporsi alla domanda di Tibula Energia.

Certamente, tra le osservazioni ci saranno quelle, per tutti i progetti, che la deputata Mara Lapia depositerà oggi a Olbia «per inquinamento acustico, sottomarino, alterazione del paesaggio, con danni alle attività di pesca».

(Unioneonline)

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