Eolico in Sardegna, è il giorno della moratoria: «Non basta, la politica può fermare l’invasione»
Consiglio regionale riunito per discutere la norma sullo stop alle rinnovabili che non piace ai comitati: «Testo da cambiare, non sventa i pericoli per il paesaggio»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È il giorno del dibattito sulla moratoria contro l'eolico in Consiglio regionale. Un provvedimento della Giunta guidata da Alessandra Todde, che nelle intenzioni vorrebbe fermare (anche se ci sono alcune eccezioni non secondarie) l’installazione di nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile per i prossimi diciotto mesi. In gioco c’è il paesaggio della Sardegna che rischia di essere violentato, per sempre.
Stando ai dati ufficiali pubblicati da Terna, aggiornati solo fino al 31 marzo, sono state presentate richieste di connessione alla rete elettrica nazionale per 1200 pale eoliche in mare, 3.000 a terra e per circa 70 mila ettari di pannelli fotovoltaici.
La proposta di Viale Trento, che inizia oggi in Aula il suo percorso di conversione in legge, non soddisfa i comitati contro la speculazione energetica, che ieri hanno organizzato dei partecipati incontri a Nuoro e Sanluri.
E oggi saranno sotto il palazzo di via Roma, per chiedere delle modifiche: «La proposta di legge arriva in ritardo ed è insufficiente a fermare il pericolo che incombe sulla nostra Isola», è la posizione di “Su Entu nostu”, comitato che si fa portavoce delle istanze di tutti i territori. «Oggi la politica può fare la sua parte e fermare l’invasione», è l’appello. La presidente Todde ha annunciato di voler tirare dritto: «Legge da approvare subito e senza modifiche».
Mentre il vento della protesta si fa sempre più forte, ieri a tarda era è arrivata una comunicazione: per oggi alle 8.45 è stata convocata una riunione di Giunta in Consiglio regionale. L’Odg non è stato annunciato. Poi Todde parlerà, prima della riunione dell’Aula.
Enrico Fresu
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