Dentro il centro di prima accoglienza di Elmas, le lenzuola sono di carta. Per evitare che vengano annodate e trasformate in un lasciapassare per la libertà. Invece i due algerini che nella notte tra martedì e mercoledì hanno cercato di fuggire dall'ex caserma avieri, all'interno della base dell'aeronautica militare, hanno usato le funi degli avvolgibili delle serrande per creare una corda. E dopo aver deformato le sbarre installate alle finestre, si sono calati giù. Dal secondo piano a terra.

IL FUGGITIVO Poco dopo l'una il primo ragazzo algerino, ospite della struttura dalla fine di maggio, è riuscito ad atterrare senza problemi ed è corso verso il secondo ostacolo: la barriera che separa il Cpa dalla pista dell'aeroporto civile. Una rete metallica alta 4 metri coperta da lastre di plexiglass, che la rendono liscia e quasi impossibile da scalare. Il nordafricano però ce l'ha fatta: si è arrampicato sull'unica grondaia a disposizione e si è buttato oltre la recinzione.

LA CADUTA Nel frattempo il compagno di fuga, diciannovenne, anche lui algerino, si è calato dalla finestra della vecchia caserma, ma la fune si è spezzata: il giovane è caduto a terra. Così è scattato l'allarme: due agenti di polizia e due carabinieri - di guardia alla struttura, gestita da una società privata - hanno soccorso il maghrebino e chiamato un'ambulanza, mentre l'altro ragazzo era già scomparso nella notte di Elmas. Il diciannovenne è stato ricoverato al Brotzu, dove gli è stata ricomposta una frattura alla gamba ed è stato sottoposto a diversi accertamenti per una sospetta lesione spinale.

AEROPORTO CHIUSO Nella notte sono iniziate le ricerche del fuggitivo. L'Enac ha chiuso l'aeroporto Mario Mameli dalle 2.30 fino alle 6.30, per consentire alle forze dell'ordine di cercare il ragazzo. La pista è stata riaperta in tempo per far partire il primo volo di linea, alle 7. Il ragazzo è stato ritrovato durante la mattinata vicino al porto di Cagliari ed è stato riportato al Cpa.

IL CENTRO Dove durante la notte sarebbe iniziata una piccola rivolta: gli animi degli algerini, dopo la fuga dei due connazionali, si sarebbero scaldati al punto da far scattare una rissa con il personale di guardia, sedato dagli agenti che vigilano sul centro. L'episodio però è stato smentito da Questura e Prefettura. «Il Cpa non è un carcere, ma un luogo dove i clandestini vengono ospitati per tempi brevi. L'episodio comunque non verrà sottovalutato e nei prossimi giorni decideremo se aumentare i dispositivi di sicurezza», spiega Andrea Leo, vicecapo di Gabinetto della Prefettura. Massimo Zucconi Martelli segretario nazionale del Siap, sottolinea il numero esiguo di forze dell'ordine a guardia del centro: «Non si può controllare con quattro persone, di cui due agenti di polizia che vengono sottratti ad organici già ristretti. In tutto abbiamo una carenza di almeno 100 unità. Se il centro continuerà a funzionare, il ministero dovrà inviare rinforzi». Il consigliere comunale Maurizio Porcelli attacca: «L'ultimo episodio è la dimostrazione che il centro va chiuso, perché rappresenta solo uno sperpero di denaro pubblico». È sicuro invece che nei prossimi giorni i 40 ospiti dell'ex caserma avieri verranno trasferiti in un centro di espulsione della Penisola, in una città dove ha sede un consolato algerino, indispensabile per le pratiche di identificazione e allontanamento.

MICHELE RUFFI
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