"È-Vento di Saccargia", l'urlo dei sardi contro la speculazione energetica: «Non accetteremo mai l’invasione»
Grande mobilitazione di popolo davanti alla basilica simbolo dell’assalto eolicoOre 20.30. Con l’esibizione di Futta, rapper sassarese, si chiude una lunga giornata di mobilitazione di popolo: una manifestazione che è stata un successo, il primo tassello della grande battaglia della Sardegna per la difesa del territorio dall’assalto degli affaristi delle energie rinnovabili.
Ore 20.15. Sul palco si stanno alternando gli ultimi artisti, con Lord J ora al microfono, mentre sulla piana di Saccargia continua il ricambio di manifestanti, che nel corso della giornata hanno superato le cinquemila unità.
Ore 19,51. Giorgio Canetto dal palco ha certificato l’unione tra i comitati sardi e altri sparsi sul territorio italiano, che condividono lo spirito della battaglia e per il territorio: «Il popolo sardo e quello calabrese stanno vivendo la stessa condizione», è stato detto da Catanzaro, «siamo in mano a degli affaristi, ma noi siamo delle persone con la schiena dritta e lotteremo insieme». Intervento anche del comitato No Tyrrhenian Link di Termini Imerese.
Ore 19,20. «C’è un problema culturale di fondo: si pensa di risolvere i problemi come il cambiamento climatico con una tecnologia dirompente», ha detto l’antropologo Caterini ai microfoni di Videolina, «Ma il problema andrebbe risolto avendo più cura della natura. C’è bisogno di delicatezza. E incominciare a pensare che la natura debba entrare dentro le città, con più spazi verdi. Servono delle buone leggi. Pensiamo a quella che ha vietato il fumo: prima si fumava in ospedale, per dire. Ora lo sappiamo che era un problema. Con questi mega impianti, con una ingegneria dirompente, si vuole risolvere un problema che si può affrontare con la delicatezza. Serve una rivoluzione culturale».
Ore 18.55. Si è conclusa intanto l’esibizione musicale di Federico Marras Perantoni, sul palco sale l’antropologo e scrittore Fiorenzo Caterini.
Ore 18.40. Letto sul palco un comunicato del Comitato di Selargius, Sa Barracca de su Padru: «Nelle nostre campagne Terna vuole espropriare terre, eliminare alberi e coltivazioni per il Tyrrhenian Link. Dobbiamo presidiare il territorio assieme per fermare la colonizzazione energetica e bloccare questo assalto».
Ore 18.30. Gianni Montaduro, coordinamento comitati Gallura: «Direi che siamo intorno alle 4mila persone, ma mi tengo basso». Almeno 5mila, obiettano i conduttori Franco Ferrandu e Paola Pilia.
Ore 18.20. Tocca al sindaco di Orgosolo Pasquale Mereu: «Uffici inchiodati settimane per preparare le controdeduzioni da presentare al ministero sui progetti che insistono sul nostro territorio. La presidente Todde sta cincischiando con la moratoria, ci vogliono atti più concreti per bloccare i progetti che hanno già ricevuto l’ok e quelli futuri. Questa è una battaglia di popolo, una lotta che si deve vincere con l’aiuto del popolo».
Ore 18. Il grido d’allarme di Maurizio Fadda, agronomo, comitato contro la speculazione di Nuoro, il suo intervento è incentrato sugli effetti sull'agricoltura: «Le terre coltivabili già scarseggiano, se distruggono quelle poche che abbiamo è la fine. Bisogna dare dignità agli agricoltori. Se vogliamo consumare più prodotti sardi dobbiamo salvaguardare i terreni, cosa coltiveremo se i terreni vengono devastati dalle pale? Per questo mi sto impegnando tanto con il comitato a Nuoro, perché questo spesso è un tema sottovalutato. Molti pensano solo al paesaggio quando si parla di pale eoliche, ma non dimentichiamo che l’uomo deve mangiare tre volte al giorno. Abbiamo bisogno di terre coltivabili, per questo dobbiamo opporci a questa speculazione che distruggerà il nostro paesaggio rurale».
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Ore 17.55. È il momento di Marino De Rosas e la sua chitarra. (v.f.)
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Ore 17.05. Sul palco arriva la musica di Dr Drer e CRC Posse, rime veloci in sardo su sonorità raggae. (v.f.)
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Ore 16.30. Il debutto del terzo gruppo sul palco con Claudia Crabuzza, Rita Casiddu, Andrea Lubino, Fabio Manconi e Massimo Canu. Le cantanti, dal palco di Saccargia, hanno regalato al pubblico diversi brani tra cui “La vite e il grano”, un inno e una canzone d’amore verso il pianeta e la natura. (v.f.)
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Ore 16.16. La parola passa all’archeologo Domingo Dettori: «Perché manifestare oggi? Perchè ho preso a cuore tutto ciò? Mi hanno educato che ci sono momenti nella vita in cui non si può far finta di niente, non si può guardare dall’altra parte e si deve lottare per i propri ideali. Parlare solo di pericolo per i nostri beni, in questo caso, è riduttivo. Il rischio è molto più grande, il rischio non è che mettano una pala sopra Saccargia, il pericolo è che cambi in maniera irreversibile il paesaggio, danneggiando il patrimonio culturale. Saccargia è qualcosa di identitario, non è solo una chiesa. E tutto quello che c’è attorno fa parte del bene culturale, da proteggere». (v.f.)
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Ore 16.00. Al via il concerto di Francesco Piu, che si esibisce davanti a un pubblico sempre più numeroso, davanti alla basilica di Saccargia. Sulla chitarra un messaggio inequivocabile: «Peace, e poi le firme di amici e autografi. Per me oggi è importante esserci, vedere tanta gente è di conforto. Forse ci stiamo svegliando». (v.f.)
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Ore 15.55. Sul palco il saluto di Mauro Gargiulo (Italia Nostra), voce di una delle associazioni presenti all’evento contro la speculazione energetica. Sul versante politico, sul palco si sono succedute le associazioni. «Il decreto che è stato sottoscritto dalla Regione, salvo in alcune zone vincolate dal codice dei beni culturali, che sono aree non idonee, consente nelle altre zone, idonee o ordinarie, la realizzazione degli impianti. Questo comporta che potranno essere realizzati a profusione parchi eolici senza alcun tetto massimo di potenza», dice Gargiulo. «Alla Regione chiediamo che si faccia promotrice del rispetto degli articoli tre e quattro dello statuto che riconoscono alla Regione potestà legislativa esclusiva in materia urbanistica, e potestà legislativa concorrente in materia di urbanistica». (v.f./lo.pi)
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Ore 15.45. Rita Corda, del Comitato No Tyrrhenian Link, interviene in diretta su Videolina, intervistata da Paola Pilia: «Questa manifestazione è organizzata dal coordinamento dei comitati contro la speculazione energetica. Quello del Tyrrhenian link è un grosso progetto infrastrutturale approvato dal Governo per la transizione energetica ma in realtà è un disegno governativo piovuto dall’alto, che si è abbattuto sui nostri territori senza coinvolgimento delle popolazioni, una procedura obbligatoria per legge e senza tener conto delle autonomie locali. Le persone sono infuriate per gli espropri coatti perché non sono state rispettate le procedure di legge». (v.f.)
Ore 15.35. Sale sul palco il cantante e attivista Andrea Andrillo, che apre il concerto di Saccargia. «A foras», ha detto il musicista in chiusura del primo brano, Mundu Pau, accompagnato dal suono della sua chitarra. (v.f.)
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Ore 15.10. Sul palco, davanti a una folla sempre più numerosa, è salito Luigi Pisci, del coordinamento dei comitati contro la speculazione energetica: «Quello che sta accadendo in Sardegna», ha detto, «è il frutto di decisioni pluriennali. Il governo regionale attuale si è insediato da poco, quelle precedente non ha fatto nulla. Il Governo adesso ha deciso di decidere. Ma cosa? Ed è su questo che dobbiamo vigilare. Non sappiamo ancora quali sono i contenuti della legge che deve essere approvata dal Consiglio regionale. Ma noi comitati conosciamo il territorio, abbiamo fatto di tutto secondo la legge per fermare l’invasione, ma non basta. Dobbiamo usare le prerogative della nostra Regione a statuto speciale. Lo ha fatto la Toscana, a statuto ordinario, che ha vincolato tutti i beni culturali. L’abbiamo detto alla Todde: il popolo sardo non accetterà mai che si installino 6,52 Gw, ed è solo il tetto minimo, solo perché la classe dirigente non è stata in grado di tutelare la nostra Isola. State attenti a non trasformare Saccargia ed eventi come questo in un enorme problema di ordine pubblico». (v.f.)
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Il giorno della grande manifestazione popolare contro la speculazione energetica è arrivato. A Saccargia, davanti alla caratteristica basilica della Santissima Trinità di Codrongianos, sono numerose le persone che si sono radunate per far sentire la propria voce, la propria presenza, e dire "no" all'assalto dei signori del vento nelle terre sarde.
La Sardegna dunque insorge contro le pale eoliche.
Numerosi gli interventi formativi in programma. Tra i relatori: l'antropologo Fiorenzo Caterini, il naturalista Mirko Piras, l'archeologo Domingo Dettori, l'agronomo Maurizio Fadda e la geologa Giulia Cossu. Durante la giornata si esibiranno: Andrea Andrillo, Alberto Balia, Claudia Crabuzza, Marino De Rosas, Dr Drer & CRC posse, Carlo Doneddu, Riccardo Loi, Francesco Piu, Federico Marras, Lorenzo Mazzocchetti, Giancarlo Murranca, Carlo Sezzi, Alessandro Zolo e altri ancora.
Non solo musica, però: spazio a un'area per i più piccoli con le marionette di Nadia Imperio, le storie di Elena Cannas e Caterina Civai e i giochi di Tricirco animazione.
"È-Vento di Saccargia" è in diretta su Videolina, Radiolina e Unionesarda.it.
Conducono Franco Ferrandu e Paola Pilia.
I numeri dell’invasione
Secondo l’ultimo report di Terna, aggiornato al 31 marzo, in Sardegna sono state presentate 809 richieste di allaccio di impianti di produzione di energia rinnovabile alla rete elettrica. Produrrebbero 57,67 Gigawatt di potenza. Le grafiche messe a disposizione permettono anche l’individuazione della localizzazione delle varie richieste di concessione. A selezionarle tutte, sembra di vedere un’Isola affetta da una malattia esantematica: coperta di punti e macchie, da nord a sud. Ma anche intorno, in mare.
L’eolico
Gli impianti solari (524 pratiche) arriverebbero a produrre 22,99 Gw, l’eolico on-shore (254 pratiche) 19,99 Gw, mentre le pale in mare (31 pratiche) sprigionerebbero 17,82 Gw di potenza. Quantitativi che possono soddisfare le esigenze di 50 milioni di abitanti. Fatti due conti, se si considera una produzione di 6,8 Mw a pala eolica, si conterebbero 2.479 torri del vento su terra e 1188 in mare (ognuna capace di produrre 15 Mw). Ognuna alta fra i 200 e i 300 metri: colossi di ferro e acciaio.
Il fotovoltaico
Il fotovoltaico, poi. Per produrre un megawatt di energia servono circa 3 ettari di pannelli. Per raggiungere quota 22.990 Mw sarebbero necessari quindi 68.970 ettari. Tradotto con una proporzione popolare: sarà coperta un’estensione uguale a quella di 86.212 campi di calcio.
(Unioneonline)