Dermatite, allevatori beffati: «Nonostante la revoca il blocco resta. Colpa di chi non vaccina, la Regione li costringa»
L’intero territorio regionale è ancora zona di vaccinazione II, Confagricoltura: «Per colpa di poche aziende paga l’intero comparto»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La revoca delle restrizioni, formalmente, c’è. Ma il blocco resta e per gli agricoltori sardi non cambia nulla.
Gli effetti della dermatite bovina sull’economia sarda si fanno sentire ancora e la revoca formale dello stop alla movimentazione, «non modifica in alcun modo la condizione reale in cui operano le aziende della nostra Isola», spiega Confagricoltura.
La Regione lo scorso 3 dicembre aveva revocato la Zur (Zona di ulteriore restrizione), ma il provvedimento «non produce effetti sostanziali», affermano il presidente e il direttore regionali di Confagricoltura Stefano Taras e Giambattista Monne. l motivo? «L'intero territorio regionale continua a essere classificato come zona di vaccinazione II, mantenendo di fatto la Sardegna in uno stato di isolamento sanitario e commerciale. Una gestione amministrativa dell'emergenza che rischia di scaricare sulle imprese il peso delle scelte adottate, senza offrire al momento soluzioni alternative praticabili e tempi certi per il ritorno alla normalità».
Si apre anche una frattura nel mondo agricolo, tra chi ha accettato e chi continua a rifiutare la profilassi vaccinale: «È inammissibile – sottolineano i vertici di Confagricoltura – che un numero limitato di aziende, dove si rifiuta la profilassi vaccinale, continui a condizionare negativamente l'intero comparto».
Alla Regione si chiedono decisioni «chiare» per non lasciare il settore nella «paralisi», «ostaggio di comportamenti irresponsabili» e di «un approccio che rinvia continuamente le scelte», mentre «giorno dopo giorno si accumulano danni economici su migliaia di allevatori che con correttezza hanno rispettato le regole per superare nel minor tempo possibile l'emergenza».
La Regione, è dunque la richiesta dell’associazione, adotti «misure coercitive» nei confronti di chi rifiuta la vaccinazione, tuteli le aziende virtuose tramite «corsie preferenziali alla movimentazione e misure compensative adeguate». E, confrontandosi con il ministero e l’Unione europea, «definisca tempi certi per l'uscita della Sardegna dalla zona di vaccinazione II».
(Unioneonline)
