Per ora è una proposta, ma la richiesta della Regione Marche di modificare il decreto energia per prorogare di 90 giorni la scadenza per l’individuazione delle Fer (fonti di energia rinnovabile), rilancia in Sardegna la battaglia per la Pratobello 24. E, dopo i cartelli dimostrativi a Orgosolo («Qui non ci sono aree idonee»), i coordinamenti non si arrendono a vedere la proposta di legge subire rinvii regolamentari e burocratici: «Sarebbe il tradimento della volontà di 211mila sardi che hanno firmato la proposta di legge di iniziativa popolare».

Adesso, anzi, rilanciano, entrando nel tecnico, rifacendosi alla proposta di emendamento al decreto energia presentato dalla Regione Marche, per provare a forzare la serratura che tiene prigioniera la Legge di Pratobello.

La richiesta

«La maggioranza in Consiglio regionale ha rigettato l'istanza per l'avvio al procedimento d'urgenza motivando la decisione, tra l'altro, con la necessità di approvare il ddl Aree idonee, il cui termine scadrebbe a gennaio», dice Michele Zuddas, il legale che, fin da subito, ha seguito le vicende della Pratobello 24. «Il Campo largo ha dimenticato che è stato dato avvio al procedimento finalizzato a ottenere la condivisione e l'approvazione da parte del Coordinamento tecnico dell'Energia della proposta di emendamento presentata il 15 ottobre dalla rappresentante della Regione Marche relativa ai decreti legislativo 199/2021, del decreto ministeriale del 21 giugno 2024 e del decreto legge 181/2023».

I termini

La proposta di emendamento è stata formulata e presentata «considerando che il termine dei 180 giorni previsti per l’individuazione delle aree idonee all’installazione delle Fer difficilmente sarà raggiungibile», considerato anche che, a fine anno, le assemblee legislative regionali sono impegnate prevalentemente nell’approvazione del Bilancio.

Le possibilità

«Nel caso di accoglimento della proposta di proroga sarebbe necessario dunque modificare anche il decreto legislativo 181/2023, dove si prevede che la ripartizione dei fondi tra le Regioni avvenga sulla base dell’approvazione delle leggi regionali entro il 31 dicembre 2024», prosegue Zuddas. «Non si spiega quindi come mai la presidente Todde si ostini a procedere con ritmi serrati per l'approvazione del ddl 45 e non si preoccupi minimamente dell'iter di discussione della Legge Pratobello 24. È possibile che, mentre la Regione Marche si attiva per una proroga dei termini del decreto Pichetto Fratin, la Sardegna, pur di approvare velocemente il ddl 45», è la conclusione di Zuddas, «si dimentichi di una legge che ha raccolto quasi 211mila firme?».

I coordinamenti

Posto che si tratta di una proposta, «il cui esito, per logica, dovrebbe conoscersi entro la seconda settimana di novembre», la richiesta dei coordinamenti è sempre valida: «Se la proroga fosse concessa», dice Luigi Pisci, del comitato Sarcidano, «sarebbe la dimostrazione che la fretta evocata dalla maggioranza è solo un alibi per mettere il vagone della delibera Aree idonee davanti a quello della Pratobello 24 e far deragliare quest'ultimo. Un'operazione disinnescante che va a braccetto con la decisione di non attuare la procedura d'urgenza e mandare la Pratobello nelle secche delle commissioni». Tra l’altro, come rimarca Davide Fadda, del presidio permanente del popolo sardo del porto di Oristano, «è l’unica norma che fissa divieti attraverso l’urbanistica, su cui la Regione ha potestà esclusiva».

La commissione

Intanto, nelle commissioni Urbanistica e Attività produttive del Consiglio regionale, va avanti l’iter del ddl 45. «La maggioranza compatta ha dato pari dignità alle due norme, il ddl aree idonee e la Pratobello, che infatti seguiranno lo stesso iter», osserva Roberto Li Gioi, presidente della commissione Urbanistica. «Non ci si può imputare il fatto di esserci posti degli obiettivi, un timing equilibrato e di aver praticamente chiuso il discorso della 45 secondo le scadenze che ci eravamo dati senza forzature».

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