«Davvero un uomo così malato può ancora delinquere?»: l’appello della garante dei detenuti per Mesina
Sette richieste di differimento della pena, ma l’ex bandito di Orgosolo resta recluso a Milano. Irene Testa: «È terminale, ma resta in carcere lontano dalla Sardegna»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non si nutre più, non riesce a camminare, fatica a parlare e spesso non riconosce chi gli sta accanto. Ha 83 anni ed è un malato terminale. Ma resta in carcere, lontano dalla sua terra. Graziano Mesina, l’ex primula rossa di Orgosolo, è ancora detenuto in una struttura penitenziaria del Nord Italia nonostante le gravissime condizioni di salute.
E su questo si alza la voce di Irene Testa, garante dei detenuti per la Sardegna, che rilancia un interrogativo destinato a far discutere: «Davvero un uomo in queste condizioni può ancora delinquere?»
Dopo oltre 40 anni di carcere, e con una malattia che non lascia speranze, le legali di Mesina – le avvocate Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier – hanno presentato per la settima volta al tribunale di sorveglianza di Milano una richiesta di differimento della pena per motivi umanitari. Una nuova istanza, che si aggiunge a quelle già respinte, in cui si chiede almeno il trasferimento in una struttura penitenziaria sarda.
Ma anche questa volta, a frenare l’accoglimento della richiesta è il sospetto che Mesina possa mantenere contatti con la criminalità organizzata isolana. Una motivazione che, secondo Testa, non può più bastare.
«È normale – si chiede – che negli istituti sardi, dove oltre la metà dei detenuti è in regime di alta sicurezza, non ci sia modo di custodire anche Mesina?»
L’appello della garante si unisce dunque a quello delle legali dell’anziano detenuto, ormai alle prese con una condizione clinica compromessa e incompatibile, a detta della difesa, con la detenzione ordinaria.