Il sistema sanitario sardo ha preso in carico, e promette di risolvere il suo problema, una ragazza disabile del Sassarese che necessità di un intervento ai denti. La madre era disperata: nonostante l’enorme sofferenza la lista d’attesa era di tre anni. 

Lieto fine? Insomma. Perché per sbloccare la vicenda, stando a quanto emerge, sarebbe intervenuta l’assessora al Lavoro Desirè Manca che, appresa la notizia (divulgata in un popolare gruppo Facebook sasserese), avrebbe chiamato personalmente la direttrice sanitaria dell’azienda ospedaliera competente, favorendo la soluzione del problema. A rendere pubbliche le modalità è stata la mamma della ragazzina, che ringrazia assessora (al Lavoro) e direzione sanitaria per il loro intervento. 

Un modus operandi che non piace, per niente, al consigliere regionale di Forza Italia Piero Maieli. Che ricostruisce i fatti in una durissima nota: 

«Apprendo con sincera soddisfazione che una bambina, dopo un’attesa interminabile e sofferenze non certo lievi, abbia finalmente ottenuto attenzione e la prospettiva concreta di una soluzione», premette l’esponente forzista, «Ogni passo avanti, quando di mezzo c’è la salute di un minore, e non solo, è sempre una buona notizia».

Detto questo Maieli aggiunge: «Non posso ignorare il metodo con cui tutto questo è avvenuto, non un percorso ordinario, non una procedura chiara e accessibile a tutti, ma l’intervento improvviso e risolutivo della persona “giusta”. Se davvero questo è il nuovo standard», accusa il consigliere regionale, «allora sarebbe onesto battezzarlo con il suo vero nome: “Cup Manca”, un servizio speciale che si attiva non per diritto, ma per contatto».

Le criticità del sistema sanitario sardo sono drammaticamente note a tutti, «poi, all’improvviso, una telefonata dell’assessora al lavoro riesce a muovere in poche ore ciò che per mesi è rimasto fermo», accusa ancora Maieli, «una sorta di miracolo amministrativo che porta a chiedermi quale ruolo stia realmente ricoprendo il membro del governo regionale? Opposizione in trasferta? O una sorta di assessore ombra, sempre pronta a intervenire sul singolo caso per supplire a ciò che non funziona? Benissimo che questa bambina stia ottenendo ciò che merita. È un sollievo per tutti. Meno bene, però, per le centinaia di persone che non dispongono di numeri diretti, conoscenze strategiche o interventi provvidenziali. Per loro nessuna scorciatoia, per loro resta solo l’attesa». 

Enrico Fresu 

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