Due inchieste per corruzione riguardano i vertici della Regione. L’accusa formulata dalla Procura emerge da due filoni d’inchiesta che coinvolgono il presidente della Regione Christian Solinas, il suo consulente Christian Stevelli, l’imprenditore Roberto Zedda e Roberto Raimondi,  direttore generale dell’Ufficio dell'autorità di gestione del programma operativo Eni Cbc, Bacino del Mediterraneo. 

La Guardia di Finanza, nelle scorse ore, ha sequestrato i telefoni e altri apparecchi elettronici di Solinas e Stevelli. Le attività della polizia giudiziaria sono ancora in corso. 

Una prima indagine, condotta dal pm Giangiacomo Pilia,  con l’ipotesi di reato di corruzione e riciclaggio, è legata alla casa comprata dal presidente della Regione in via dei Tritoni, a due passi dal Poetto di Cagliari. Gli inquirenti vogliono fare luce sui presunti legami con l’acquisto di alcuni terreni a Capoterra, riconducibili a Solinas, per i quali Zedda aveva versato una caparra che ammontava a svariate centinaia di migliaia di euro. 

L’altra vicenda, sulla quale indaga lo stesso magistrato, riguarda presunte pressioni per la nomina di Raimondi al vertice dell’Enpi: il nome del Dg era risuonato anche in consiglio regionale, quando Massimo Zedda (Progressisti) aveva ipotizzato un suo legame con lo scandalo dei paradisi fiscali emersi con i Panama Papers. Connessione che il diretto interessato aveva smentito seccamente. 

Solinas è difeso dall’avvocato Salvatore Casula, Stevelli si è affidato a Valerio Pirisi mentre Zedda si fa tutelare da Francesco Marongiu e Guido Manca Bitti. Raimondi, cagliaritano con interessi in Umbria,  ha incaricato Marco Angelini del foro di Perugia. 

(Fr.Pi./E.Fr.)

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