Tutti a processo, compreso il parlamentare ed ex governatore Ugo Cappellacci accusato di corruzione, e l’assessore regionale Alessandra Zedda. Non luogo a procedere invece per il liquidatore Carlo Alberto Zualdi e Fabio Sanna, difesi dagli avvocati Gianmario Sechi e Roberto Nati.

È quanto deciso dal giudice delle udienze preliminari Giorgio Altieri nel processo istruito anche per peculato, bancarotta e falso che vede sotto accusa politici, commercialisti e imprenditori. Appuntamento al 19 maggio davanti ai giudici della seconda sezione penale per l’ex presidente della Regione, l’attuale assessore Zedda, Roberto Bonanni (manager della società Zernike attorno alla quale ruota tutta l’inchiesta dei pm Diana Lecca ed Emanuele Secci), i commercialisti Piero Sanna Randaccio e Antonio Graziano Tilocca, Flavio Mallus, amministratore della FM (difeso dall’avvocato Annamaria Busia), e il commercialista Sergio Vacca (accusato solo di falso in attestazioni).

La “Zernike Meta Venture capital”, vinto il bando sotto l'amministrazione di centrodestra, gestiva il fondo pubblico “Ingenium Sardegna”, 17 milioni di euro da investire in imprese innovative. Nella ricostruzione della Guardia di Finanza 750mila euro erano stati liquidati all'azienda “Fabbricazioni metalliche”, ritenuta priva dei requisiti previsti dal bando Por e, soprattutto, in cambio del presunto passaggio di una mazzetta di 80mila euro a vantaggio di Cappellacci nel 2013. Zedda allora era assessore regionale all'Industria (difesa dall’avvocato Agostinangelo Marras, è accusata di peculato). Cappellacci è assistito dal legale Guido Manca Bitti. Secondo le accuse la Fm era in «stato di dissesto», situazione «che non poteva sfuggire ad amministratori, commercialisti, esperti del fondo Ingenium e Regione», e «l'istruttoria» per concedere il denaro «fu inquinata».

L'avvocato Marras e Alessandra Zedda (L'Unione Sarda - Manunza)
L'avvocato Marras e Alessandra Zedda (L'Unione Sarda - Manunza)
L'avvocato Marras e Alessandra Zedda (L'Unione Sarda - Manunza)

Durante l’udienza hanno parlato Zualdi, che ha sostenuto di aver agito solo nell’interesse dei creditori, e proprio Zedda: l’esponente della Giunta ha respinto ogni accusa e sottolineato come in quella vicenda non avesse avuto alcun potere istruttorio né decisionale e che il suo rapporto con Mallus era solo istituzionale e politico, mentre quello con Bonanni era necessario: gestiva fondi europei e gli si chiedeva di utilizzare in modo opportuno quello strumento a vantaggio delle imprese sarde. Tra l’altro Mallus “manifestava la volontà di occuparsi delle imprese in liquidazione e di dare lavoro a persone disoccupate”.

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