Fa un certo effetto, per chi, in questa terra vietata, è abituato da sempre alle mimetiche di Stato. L’ingresso de Sa Portedda, il poligono più Nato della Sardegna, è sbarrato. Nemmeno un militare all’orizzonte. Come se un “golpe elettrico” si fosse impossessato di quella che da sempre i Generali ritengono la loro “santabarbara”, segreta e inviolabile. Per trovare un varco nella terra violata e violentata a colpi di bombe e missili devi spingerti oltre. A ridosso del crocevia per “Ciufagai”, un chilometro più avanti, due sacchetti di sabbia, inchiodano a terra un treppiede con un cartello posticcio giallo-militare. Non c’è scritto niente.

Party vietato

Solo una «E» impressionata su una «X» che gli fa da sfondo, messaggio in codice per i pochi eletti invitati al party spagnolo delle macchine elettriche iniziato ieri in terra sarda. Extreme X, il circo del «rally verde» del resto non smentisce le regole di quell’area: vietato l’ingresso. Una simil-guardia giurata ha il compito di verificare i pass per l’accesso “privilegiato” alla kermesse autorizzata dal Ministero della Difesa e sponsorizzata nientemeno che dalla Regione Sarda, la stessa che qualche giorno fa si è costituita parte civile contro il disastro ambientale consumato in quello stesso poligono dove ora si gioca con le «macchinette» elettriche. L’accampamento della Nato, quello che ha ospitato la più grande esercitazione del Sud Europa, Noble Jumpe 2023, ha chiuso i battenti nemmeno un mese fa. Dopo qualche giorno, nello stesso proscenio di Cala Zafferano, le tende sono ritornate. Questa volta niente Leopard, i micidiali carri armati tedeschi che hanno scorrazzato come “star” nella grande fiera delle armi del mese scorso. Dentro le tende da deserto, piazzate nel cuore del poligono, questa volta sono asserragliati i paddock delle scuderie più gettonate del jet set elettrico, quelle che hanno scommesso tutto nella Formula Uno “ecologica” di Alejandro Agag, il genero prediletto di Josè Maria Aznar, l’ex potente premier spagnolo. Lui, Agag, l’ecologista-militare di Teulada, ormai, qui, dentro il poligono, si sente padrone di casa, e non lo manda a dire. Il “verbo” promulgato dal quartier generale della comunicazione non ne fa mistero: «la serie di gare di fuoristrada elettrico torna nella familiare cornice dell'area di addestramento dell'Esercito Italiano a Capo Teulada». Mai prima d’ora qualcuno senza stellette aveva osato definire «familiare» un’area da sempre vietata a chiunque, con tanto di perentorio avvertimento: «area sottoposta a vigilanza armata». Il “patto” segreto tra il Ministero della Difesa e questo potente “caballero spagnolo” è un mistero, non solo incomprensibile alla luce dei vincoli e divieti di un poligono militare, ma soprattutto per l’esclusività di questa “privatissima concessione”. Affidare un intero poligono militare di 7.200 ettari ad un “privato” ha dell’incredibile, tanto che la Regione potrebbe rivendicarne, teoricamente, alla luce dell’art.14 dello Statuto sardo, la cessione al patrimonio regionale visto che tutti i beni immobili dello Stato, dislocati in terra sarda, una volta cessata la loro funzione statale, devono passare automaticamente nella disponibilità della Regione.

Turismo tra le bombe

Nessuno si azzarderà, nemmeno provocatoriamente, a sollevare l’eccezione. In questa operazione, infatti, è inspiegabilmente protagonista anche l’effige turistica di viale Trento, come se nessuno si fosse posto il problema di dilapidare soldi pubblici in una kermesse che, sino a prova contraria, si svolge in un’area sotto processo per disastro ambientale, con tanto di inquinamento radioattivo, vedasi il Torio dei missili Milan riscontrato dalla Procura di Cagliari. Una promozione, inutile e dannosa, per un poligono militare che, per 365 giorni all’anno, è vietato ai sardi e non solo. Off limits per chiunque, tranne che per la “propaganda”di Agag. Nel presentare la kermesse si è superato: «Extreme E è una serie di corse fuoristrada radicali negli angoli più remoti del pianeta colpiti dai cambiamenti climatici». Si sono dimenticati di dire la verità: quell’area è devastata da bombe e missili che hanno demolito la costa e l’entroterra di Teulada. Altro che cambiamenti climatici.

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