Assolto, perché il fatto non sussiste. Sono cadute nel processo bis d’appello le accuse di peculato nei confronti dell’ex sindaco di Carloforte, Marco Simeone, accusato di aver indebitamente usato l’auto di servizio quando era primo cittadino dell’Isola di San Pietro per recarsi a Cagliari, dove invece viveva. In primo grado era stato condannato ad un anno e mezzo, mentre nel primo processo d’appello la condanna era stata ridotta a 11 mesi. La Cassazione aveva annullato tutto, rinviando il procedimento a diversa composizione di Corte d’appello.

E oggi il collegio presieduto dalla giudice Tiziana Marogna ha riaperto l’istruttoria – come sollecitato dalla Suprema Corte – e sentito in aula l’ex assessore regionale al Turismo, Massimo Deiana, che ha confermato come l’ex primo cittadino si recasse spesso in Regione per ragioni del proprio ufficio. Da qui la richiesta di assoluzione anche del procuratore generale, poi accolta dalla Corte che ha decretato come il fatto non sussista.

«La Cassazione ha stabilito che quello che mi avrebbero potuto contestare, ad ogni modo», commenta Simeone, felice per la sentenza, «era la tratta da Cagliari a Quartu, dove vivo. Ovvero pochi euro. In realtà ho fatto risparmiare tantissimi soldi al Comune e nonostante tutto sono stato sospeso per 18 mesi».

L’ex sindaco era accusato di peculato d’uso per aver utilizzato otto volte l’auto per le trasferte da Carloforte a Cagliari: viaggi che la Procura aveva ritenuto non istituzionali, ma che ora alla fine del processo-bis d’appello sono stati ritenuti legittimi

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