La circolazione del virus ha ripreso vigore nell’Isola, e già scatta l’allarme in vista dell’autunno. Sarà difficile raggiungere a settembre una copertura vaccinale del 70-80% della popolazione.

La variante Delta inizia a dilagare, la Sardegna è seconda per crescita percentuale settimanale dei contagi alle spalle del Molise (+202%), ed è seconda anche per incidenza settimanale (21 casi ogni 100mila abitanti) alle spalle della Sicilia.

Ieri 86 i contagi, un numero così alto non si registrava dal 14 maggio. Dati che vanno messi in conto, quando si ha a che fare con una mutazione molto più infettiva delle precedenti. E preoccupano alcuni focolai, come quello di Serrenti e un altro scoppiato dopo un matrimonio che si è festeggiato tra Cagliari e l’hinterland.

“Sicuramente la variante Delta sarà predominante in tempi molto rapidi, ma è normale nelle evoluzioni delle infezioni virali”, premette Antonello Serra, responsabile della sorveglianza sanitaria dell’Aou di Sassari.

Al momento ad essere colpiti sono soprattutto under 35 che difficilmente finiscono in ospedale, ma “a pagarne le conseguenze”, continua Serra, “sarà quella importante fetta di popolazione ultrasessantenne non immunizzata”.

“Tutte le campagne vaccinali a un certo punto trovano uno zoccolo duro di persone che non vogliono vaccinarsi”, i motivi possono essere diversi. “La paura, perché non credono nei vaccini o perché vedono che le cose vanno meglio e pensano di poter evitare di aderire. Bisogna raggiungerli e vaccinarli tramite i medici di famiglia”.

Serra vede con favore la via francese, è una “priorità aumentare le chiusure nei confronti di chi non ha il green pass”, che non potrà andare al ristorante, al cinema, in teatro e agli eventi sportivi”.

Bisogna agire su due fronti dunque: limitare la circolazione del virus da un lato, accelerare con i vaccini dell’altro, altrimenti “in autunno pagheremo il conto". Proprio grazie ai vaccini “non sarà un’ondata come le altre, ma pagheremo comunque un prezzo molto alto e da ottobre saremo costretti a nuove chiusure”.

"Molto dipende dall’intelligenza delle persone nel rispettare le norme di distanziamento e di buon senso, siamo di fronte a un’evoluzione naturale del virus”, spiega Paolo Castiglia, direttore della struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere dell’Aou di Sassari.

Le istituzioni devono fare il resto, “con una migliore capacità di tracciamento, un più alto numero di tamponi e un’accelerazione dei vaccini per raggiungere il più velocemente possibile la copertura con due dosi”.

Sarà una “guerra continua”, spiega, “non dobbiamo rinunciare alla vita ma adattarci a un nuovo modo di vivere”.

(Unioneonline)

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