In una nota ufficiale il Comune ha scritto: «Nato dalla cooperazione tra le pubbliche amministrazioni, grazie al riuso del portale del turismo del Comune di Firenze». Quindi il “riuso” è dichiarato.  Solo che a leggere certi contenuti del nuovo portale del Turismo lanciato dal Comune di Cagliari, sembra più che si sia copiato, senza badare troppo al sodo. O, meglio: senza contare che ci sono delle differenze, non di poco conto, tra il capoluogo toscano e quello sardo. 

Succede in particolare per la sezione “Enjoy respect”, che contiene le regole della convivenza civile. Sul sito di Cagliari si legge che «è vietato arrampicarsi sui monumenti, entrare nelle fontane, accedere alle pigne dei ponti». I primi ci sono anche qui, le seconde sono rare (chi è mai entrato nella fontana di piazza Repubblica?), le terze, le “pigne dei ponti”, sono degli elementi  che fanno parte dell’architettura delle strutture storiche che permettono di passare sull’Arno. A Terramaini non ci sono. 

Sul sito dell’amministrazione di palazzo Bacaredda si legge anche che “Cagliari non è uno stabilimento balneare. Il tuo abbigliamento deve essere decoroso, in tutta la città”: chissà come verrà presa l’indicazione, buona per Santa Maria Novella, un po’ meno tra Poetto, Calamosca e zone limitrofe. Due elementi sufficienti a spingere i più curiosi a fare una ricerca su Google: l’intera sezione è copiata e incollata. Anche nei passaggi che con Cagliari non c’entrano niente.

Asterischi compresi. Che nel sito di Firenze rimandano al regolamento di polizia urbana, non citato nel capoluogo sardo. Dove sono omessi anche tutti i riferimenti alle buone pratiche, dettagliate in Toscana, per limitarsi ai divieti.  

«Questa amministrazione di centrodestra non si è mai distinta per una buona capacità di comunicare e ha sempre preferito vietare e imporre piuttosto che parlare con i cittadini», attacca la consigliera comunale di Possibile, Francesca Mulas, «quello che succede oggi con la campagna EnjoyRespect però va oltre, è incredibile e surreale: divieti e imposizioni totalmente copiati da un'altra città, senza neppure lo sforzo di adattarli a Cagliari».

Non posso credere, continua l’esponente dell’opposizione, «che un lavoro per il turismo, promosso come grande strumento per mettere in mostra la città e le sue bellezze, sia stato fatto con così tanta sciatteria: possibile che nessuno abbia riletto il testo prima di pubblicarlo sul sito istituzionale copiando gli stessi divieti di Firenze, tra cui il divieto di 'accedere alle pigne dei ponti' o 'entrare nelle fontane'?» si chiede.

E ancora: «Possibile», insiste Mulas, «che il sindaco e la sua giunta abbiano presentato tutto in conferenza stampa senza chiedersi se quelle parole avevano un senso a Cagliari? L'elenco dei divieti imbarazzanti è lungo: vietato circolare per strada in stato di ubriachezza, vietato usare abbigliamento indecoroso, vietato essere motivo di spavento. È l'ennesima prova, se ancora ne avevamo bisogno», è la conclusione, «del disinteresse del centrodestra verso la propria città. E anche verso i turisti: presentiamo loro un brutto elenco di comportamenti sbagliati anziché accoglierli con un messaggio di benvenuto». 

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