Ucraina, sit-in a Cagliari: «Nessuno vuole la guerra»
La Cgil parla di «escalation pericolosissima», la Tavola sarda della pace «condanna la guerra dello zar Putin ma anche la Nato che abbaia ai confini russi»Oltre un centinaio di persone sotto il Bastione di Saint Remy a Cagliari per dire no alla guerra. Striscioni, bandiere e interventi dal palco per chiedere lo stop al conflitto in Ucraina.
Anche il capoluogo sardo dunque ha partecipato alle iniziative organizzate in tutta Italia e in Europa insieme al movimento Europe for Peace nel giorno dell'anniversario dell'invasione russa.
«Nessuno vuole la guerra - ha detto Fabrizio De Santis del coordinamento nazionale Anpi Europe for Peace -, è stato un anno di distruzione con migliaia di morti in concomitanza con altri problemi come la crisi climatica e ora anche il terremoto. Siamo molto preoccupati per questa deriva di violenza che si percepisce nell'aria: massima solidarietà alla dirigente scolastica di Firenze che ha parlato di fascismo in un Paese che invece non ha condannato la grave aggressione squadrista. Noi siamo qui: pronti sempre a combattere per la pace».
Ha partecipato anche il segretario generale della Cgil sarda Fausto Durante: «Siamo davanti a una escalation pericolosissima, il rischio che il conflitto si allarghi fino a deflagrare in una guerra nucleare è sotto gli occhi della comunità internazionale - ha detto - non si può ignorare questo rischio, occorre mettere fine alla guerra con ogni possibile azione diplomatica e questo non può che essere un obiettivo irrinunciabile, dell'Italia, dell'Unione Europea, delle Nazioni Unite».
È intervenuto anche il presidente della Tavola sarda della pace Paolo Pisu: «Condanniamo la guerra del nuovo zar Putin, senza però dimenticare anche la Nato che abbaia vicino ai confini della Russia - ha detto -.Intanto si fanno ricchi i produttori di armi. Mancano invece i soldi per dare una mano a che riceve pensioni basse, alla scuola, alla sanità e al welfare».
(Unioneonline/L)