Giura che non esiste nessun attrito con il governatore regionale. «Abbiamo sicuramente visioni diverse su alcuni temi, ma su questi discutiamo. Nessuno scontro», dice il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. Una di queste diversità di vedute, anzi senza timore di smentita diciamo pure che sono due se ci mettiamo anche la partita dello stadio, è sulla costruzione del nuovo ospedale: «Non ho nessuna contrarietà in merito, va benissimo realizzarlo. Dico solo però che non si può mettere in discussione il Brotzu che rappresenta un’eccellenza non solo per la città di Cagliari ma per tutta la Sardegna. Quindi costruiamo il nuovo ospedale ma, parallelamente, potenziamo quelli esistenti».

I punti di vista

«Il Brotzu è ancora un ospedale essenziale, e per questo motivo non solo non va messo in discussione ma, anzi, va rafforzato». Tradotto: sì al nuovo ospedale a Cagliari ma giù le mani dal Brotzu. «Un ospedale nuovo richiede tempo, solo per capire quanto ne occorre basta citare un dato: in Italia, per un’opera pubblica sotto i tre milioni di solito la media per il completamento dei lavori è di oltre cinque anni. Se è vero che un ospedale costa molto di più e applichiamo quel parametro sui tempi medi, si capisce bene quanto tempo occorra per inaugurare un nuovo ospedale».

E poi aggiunge: «È per questa ragione che se si decide di costruirne uno bisogna continuare a investire su quelli che già ci sono. Solo percorrendo questa strada si evita il rischio di condannare a morte la sanità e quindi i cittadini».

Le aree

Se adesso, con l’ultima mossa di ieri, il governatore regionale rimette in qualche misura la palla nel campo dei territori comunali (a loro il compito di scegliere le aree possibili, probabili dove costruire l’ospedale), il sindaco tira dritto e spiega che «al Comune di Cagliari non è arrivata nessuna richiesta», né ufficiale né ufficiosa, «sulle aree dove eventualmente realizzare una nuova struttura. Bisogna capire le necessità della Regione, che tipo di aree servono». Infine, lo stadio: «Si deve fare a Sant’Elia».

Mauro Madeddu

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