«Il nuovo stadio deve sorgere a Sant’Elia. Spostarlo significa non farlo». Paolo Truzzu ha aperto la seduta del consiglio comunale con un messaggio che chiarisce qual è la posizione del Comune di Cagliari sul progetto per l’impianto del futuro e sulle intenzioni della Regione di trasferire tutto a Su Stangioni, Fiera compresa. «Nell’area degli attuali impianti faremo un ospedale», fanno sapere dalla Regione. 

Emerge quindi uno scontro istituzionale tra i due palazzi del governo, regionale e del capoluogo. 

«Dietro la scelta dello stadio a Sant’Elia c’è il lavoro di tante persone», ha esordito il primo cittadino, «un lavoro lungo che ha coinvolto due amministrazioni di colore diverso: una di centrosinistra e una di centrodestra. Sia in comune che in Regione. Riunioni, atti, conferenze di servizi, valutazioni economiche e ambientali. Decisioni e atti amministrativi che hanno visto sempre il pieno coinvolgimento degli uffici regionali». Come a dire: abbiamo sempre lavorato insieme, la fuga in avanti di Villa Devoto rompe l’equilibrio.

Truzzu cita «il lavoro di due consigli comunali, che si sono espressi più volte, senza dubbi, sull’ubicazione dello stadio a Sant’Elia. E di cui, da sindaco, difendo le competenze e le prerogative, perché è il consiglio comunale che decide la pianificazione urbanistica, che decide dove ubicare le opere pubbliche». Passaggio anche sulla «decisione, a mio parere saggia, di tutti gli attori, di rinunciare a un nuovo centro commerciale. La necessità, chiesta dalla Figc, di passare da uno stadio di 20 mila posti a uno di 30 mila».

In più c’è l’impegno della società, «il Cagliari Calcio, che è stato autorizzato, sempre da questo consiglio comunale, a presentare un project financing e in questi anni ha speso tempo e denaro per realizzare un progetto sulla base delle indicazioni del Comune e della Regione». 

Ecco perché, per il sindaco,  «lo stadio deve essere fatto a Sant’Elia». Il tempo stringe: non dare il via libera significa perdere il treno dei fondi che potrebbero arrivare con gli Europei.

Tutti, inoltre, parlano solo dell’impianto, come infrastruttura. Ma «il nuovo stadio è anche parte di un progetto di rigenerazione del quartiere che si ricollegherebbe alla città, che prenderebbe finalmente nuova vita, diventando un grande hub sostenibile, sportivo, culturale e sociale, vissuto ogni giorno e non una volta ogni due settimane. Capace di fornire opportunità di crescita e sviluppo a tutta la città».

Truzzu sottolinea di non aver visto il progetto alternativo di Su Stangioni, che dovrebbe costare 70 milioni. Ma ritiene che «non si è fatta alcuna valutazione dei costi, oltre che dei tempi, degli espropri di terreni privati, di ingenti opere di urbanizzazione, di strade e parcheggi da costruire, delle spese di bonifica dell’area, di quelle di mitigazione del rischio idrogeologico, del sistema di trasporto pubblico da organizzare. Servono almeno 300 milioni dicono i tecnici, con un tempo di pianificazione di 5/6 anni come minimo. A cui si aggiungono almeno 3 anni di costruzione». 

I soldi servono comunque:  «50 milioni da spalmare in tre anni», ha sottolineato il sindaco in aula, «che sono nella disponibilità della Regione. Siamo pronti a ragionare su tempi e modi perché abbiamo sempre fatto della leale collaborazione istituzionale la direttrice a cui ispirare i nostri comportamenti e le nostre scelte. Ma cambiare luogo, significa non fare lo stadio. Con il rischio concreto di non fare nulla, certi di pagare alto il prezzo politico di un'occasione mancata». 

Intanto dalla Regione arriva a stretto giro arriva una prima replica: «A Sant’Elia deve essere realizzato un nuovo ospedale», fanno sapere da Villa Devoto, «che riunirà Brotzu e Oncologico. Servirà anche per ridare vitalità all’itero quartiere tutti i giorni, non solo venti giorni all’anno». 

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