Truffe digitali, la Sardegna fa rete per difendersi: «Conoscere per proteggere i più fragili»
Mauro Carta, presidente delle Acli regionali: «Ora è il momento di strutturare un protocollo, buone pratiche condivise, per portare la prevenzione ovunque, in modo sistemico»È un’arma invisibile, ma colpisce ovunque: nella solitudine di un anziano, nella disattenzione di un clic, nell’ingenuità di chi si affaccia al mondo digitale senza difese. Le truffe online non risparmiano nessuno. E oggi a Cagliari, nell’ex Manifattura Tabacchi, si è acceso un faro sulla prevenzione digitale come strumento di inclusione e tutela sociale.
L’evento, intitolato “Prevenzione digitale è inclusione. Conoscere per difendersi, strumenti e strategie contro truffe e frodi”, ha richiamato una platea gremita e attenta. A moderare l’incontro Giuseppe Deiana, caporedattore de L’Unione Sarda, che ha portato anche il saluto istituzionale del presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Ad aprire i lavori Salvatore Deidda, presidente della IX Commissione alla Camera, che ha ribadito come la questione sia al centro dell’agenda parlamentare. «Serve continuità, serve rete — ha detto — e abbiamo gli strumenti: associazioni radicate sul territorio, le Poste, il coinvolgimento delle istituzioni. Il rischio è reale e va affrontato insieme».
Un invito raccolto e rilanciato da Mauro Carta, presidente delle Acli regionali: «Abbiamo attivato corsi e incontri ovunque, e le persone partecipano, anche anziani. Ora è il momento di strutturare un protocollo, buone pratiche condivise, per portare la prevenzione ovunque, in modo sistemico».
A raccogliere la sfida anche Antonello Pili, presidente regionale di Confcooperative Federsolidarietà: «In Sardegna abbiamo circa 450.000 over 65. E molti di loro vivono soli. Non sanno a chi rivolgersi. E intanto, le truffe si fanno sempre più sofisticate. Serve una rete che coinvolga tutti: caregiver, badanti, operatori del sociale, e naturalmente la Polizia Postale».
Ed è proprio dalla voce delle forze dell’ordine che arrivano i consigli più pratici: Federica Orecchioni, direttrice del centro operativo per la sicurezza cibernetica Sardegna della polizia, ha illustrato quelle che sono le frodi digitali più diffuse e l’importanza di rallentare, riflettere, non cedere all’impulso: «Non cliccate su link sospetti, non fatevi prendere dall’ansia. Meglio una telefonata in più che un conto svuotato».
Chiude l’incontro Salvatore Lasalvia, responsabile fraud management di Poste Italiane: «Siamo in prima linea, il nostro personale è formato per riconoscere i segnali di allarme e aiutare i cittadini. I 13.000 uffici postali sul territorio sono un presidio fondamentale contro le frodi».