Quarant'anni, cagliaritana, insegnante, sposata, aveva intuito subito la portata del rischio: il suo volto, il suo corpo, con un solo clic, stavano per essere sbattuti in rete, alla mercé di tutti. Stavolta però l'autore della minaccia non era un uomo, ma una donna, la moglie del suo amante. Aveva scoperto il tradimento: sul computer del marito aveva trovato dei filmini hard che lo vedevano protagonista assieme a un'altra. Tradita, delusa, infuriata, se l'era presa con la rivale, collega dell'uomo che aveva sposato. Voleva fargliela pagare, nel peggiore dei modi.

La storia è solo una delle tante in cui magistrati e polizia postale devono intervenire per impedire gravi violazioni della privacy, come nel triste caso della giovane napoletana che si è tolta la vita nei giorni scorsi.

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