La pandemia da Covid-19 allunga la validità della convenzione tra lo Stato e la Tirrenia per i collegamenti con la Sardegna. La nuova continuità marittima vedrà la luce non prima del 2022. Il decreto-legge che il Governo Conte sta preparando per favorire il rilancio dell'economia prevede che i nuovi assetti dei collegamenti tra l'Isola e i principali porti della penisola possano attendere. La proroga, che riguarderà anche i collegamenti con la Sicilia e altre isole italiane, durerà al massimo un anno.

La scadenza inizialmente prevista per luglio 2020 sarà cancellata dalla promulgazione della legge di conversione del decreto. Il testo è stato al centro di un lungo confronto tutto interno agli uffici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: lavoro che ha portato alla stesura di un intero articolo dedicato alla questione Tirrenia e al futuro della compagnia di navigazione, rilevata dalla famiglia Onorato dopo la dismissione da parte dello Stato.

Cambio di strategia

Sino a qualche settimana fa la rotta dell'esecutivo prevedeva di non fare nessuna concessione, sulla proroga della concessione a favore di Tirrenia. Intendimento ribadito dalla ministra dei Trasporti Paola De Micheli alla Camera durante un recente question time. Sul punto si era espressa anche l'Autorità garante del mercato, mettendo in evidenza i pericoli per gli equilibri concorrenziali tra i vari operatori che solcano il Tirreno e il Mar Ligure alla volta delle banchine isolane.

Dinamiche che nei mesi precedenti erano state al centro di alcune prese di posizione della Giunta regionale guidata da Christian Solinas. Il governatore era determinato a garantire il contributo degli uffici regionali nella concertazione che avrebbe portato alla nuova convenzione. Collaborazione che sarà rinviata.

La bozza definitiva circolata tra gli uffici legislativi dei vari dicasteri impone di prorogare per dodici mesi l'accordo che regolamenta il collegamento marittimo in regime di servizio pubblico con le isole maggiori e minori. I dodici mesi inizieranno a decorrere dalla fine dello stato di emergenza legato al coronavirus: termine che - almeno per il momento - sembra destinato a scadere il 31 dicembre di quest'anno. Una scelta fatta da Palazzo Chigi per consentire di inserire nell'ordinamento una lunga serie di deroghe ed eccezioni che possano permettere di gestire con maggiore velocità alcune problematiche. Il trasporto marittimo è sicuramente una di queste.

Effetto coronavirus

L'articolo che permetterà a Tirrenia di continuare a salpare dai porti sardi evidenzia che la norma è stata dettata dalla paura che gli effetti del Covid-19 siano in grado di alterare l'incontro tra la domanda e l'offerta di servizi marittimi. La sicurezza sugli orizzonti temporali avrà un impatto diretto sul conto economico del vettore: l'articolo del decreto-legge regolamenta anche gli assetti finanziari. Per il 2020 si prevedono 30 milioni di euro di spesa. Cifra che passa a 42 milioni per il 2021.

I creditori della compagnia di navigazione, tra i quali figura anche la gestione commissariale della vecchia compagnia controllata dallo Stato, arrivata a chiedere il sequestro dei conti correnti della società a fine marzo, dovranno attendere prima di poter tirare un sospiro di sollievo. Ministero delle Infrastrutture e Palazzo Chigi hanno infatti previsto che la norma debba passare al vaglio della Commissione europea. Il bollettino meteo però autorizza l'ottimismo. Gli uffici di Bruxelles hanno fatto più volte intendere che cercheranno di non limitare il protagonismo del settore pubblico nei comparti economici strategici. Facile pensare che sulle decisioni dell'Ue pesino il diritto alla mobilità dei sardi e il futuro delle migliaia di marittimi assunti all'interno della galassia Tirrenia.

Altri interventi

Il futuro del trasporto marittimo vedrà aumentare il peso dell'intermodalità. Il decreto-legge prevede di favorire con nuove compensazioni il trasporto delle merci su ferro in Sardegna e nel Mezzogiorno. In arrivo anche crediti d'imposta per le imprese sarde che investiranno in ricerca e sviluppo: il beneficio sarà del 45% per le piccole e medie imprese e del 25% per le grandi. Un incentivo per favorire produzioni ad alto valore aggiunto. Cicli industriali che avranno bisogno di una rete di collegamenti marittimi che non ne mini alle fondamenta la redditività.

Matteo Mascia

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