«Una scelta sciagurata». È questo il pensiero di docenti e sindacati nei confronti del piano di dimensionamento scolastico, che nell’Isola cancellerà 42 autonomie su 270 istituti. Oggi, in concomitanza con la convocazione dell’assemblea regionale della scuola, in cinquecento si sono trovati davanti alla sede del Consiglio per protestare.

La mobilitazione, promossa da Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals, Confsal e Fgu Gilda Unams, ha visto una partecipazione elevatissima: «Abbiamo già chiesto un confronto con la Regione», spiega la segretaria regionale di Flc Sardegna Emanuela Valurta, «ma ci è stato negato: nessuno ci ha ricevuto. I tagli significano impoverimento culturale soprattutto per le aree più fragili: non si tiene conto della particolarità della nostra isola. E questo significa un attacco al diritto allo studio. E noi non lo possiamo permettere».

La protesta della scuola davanti alla sede del Consiglio regionale (L'Unione Sarda)
La protesta della scuola davanti alla sede del Consiglio regionale (L'Unione Sarda)
La protesta della scuola davanti alla sede del Consiglio regionale (L'Unione Sarda)

Un incontro solo rimandato, perché il presidente della Regione riceverà gli insegnanti nel corso della prossima settimana. Sino a quel momento, la lotta proseguirà: «Protesteremo ancora sino a quando non avremo ottenuto risultati», dice la segretaria regionale di Cisl scuola Maria Luisa Serra. «No a questa scelta sciagurata»

(Unioneonline/L.Ne.)

© Riproduzione riservata