Storia e avventure di Lino, atleta disabile che non si pone alcun limite
La storia della sua gamba racconta bene la filosofia di vita"I limiti non esistono, sono solo mentali". Lino Cianciotto guarda sempre avanti. Lo fece anche il 3 febbraio del 2013, il giorno in cui, durante un'escursione a Buggerru, un masso si staccò da una roccia e finì sulla parte inferiore della sua gamba destra, spezzandola. Lo portarono all'ospedale Brotzu e lui, che aveva capito tutto, chiese subito ai medici di amputargliela. Non lo ascoltarono e per qualche giorno fecero di tutto per salvargliela ma quando, furono costretti a tagliargliela lui, appena si svegliò dall'anestesia, disse: "Che cosa vi avevo detto?". Aveva fretta di riprendersi la sua vita.
Lo dimisero dall'ospedale il 5 marzo e dopo due mesi, lo stretto indispensabile per trovare un arto artificiale che compensasse la parte inferiore della gamba, e abituarsi a utilizzarlo, era già con i suoi clienti a scalare pareti, ad addentrarsi in grotte profonde, a pedalare sulla mountain bike o sott'acqua con le bombole a far ammirare paesaggi marini. La storia della sua gamba ("sa che ogni tanto sento prurito al piede che non ho?", sorride) racconta bene la filosofia di vita, la mentalità positiva e la ferrea volontà di questo sulcitano (di#Fluminimaggiore) di 58 anni, figlio di minatori arrivati da Fonni, guida turistica, escursionista, fotografo, formatore, tour operator (la sua azienda si chiama "Naturalmente Sardegna" e il nome racconta tutto) , autore di guide tradotte in più lingue. L'ultima pubblicata durante il lockdown. Domani, venerdì 22 maggio, partirà per la sua nuova avventura: "La Rotta dei tonni in Kayak". "E' un viaggio di 280 chilometri nella Sardegna occidentale, con partenza da Stintino e arrivo a Portoscuso e Carloforte, dove, in queste ultime località, sono presenti le tonnare a terra ancora attive in Italia e mirabile esempio di pesca ecosostenibile e di Cultura marinara unica nel suo genere. Un viaggio che contiamo di portare a termine in nove giorni e 9 giorni di navigazione", racconta.
Il suo progetto unisce sport e inclusione, benessere, cultura e promozione del territorio. "E' un viaggio esperienziale in uno dei litorali tra i più belli e selvaggi della Sardegna, seguendo la Rotta che i tonni percorrono a primavera da tempo immemorabile alla ricerca dei luoghi migliori per riprodursi, approdando ogni giorno dove insistono le testimonianze storiche e monumentali delle antiche tonnare".
Cianciotto non sarà solo ma con Carlo Coni,, canoista di esperienza con al suo attivo anche il periplo della Sardegna. "Il progetto si caratterizza per il fermo messaggio verso la protezione dell'ambiente marino e costiero, e, in più, per la forte impronta all'inclusione e alla disabilità".
Anche se Cianciotto non si è mai sentito un disabile. "Non mi faccio mai condizionare da pensieri negativi e se ho un problema penso subito alla soluzione. Come è successo dopo l'incidente. Non ho mai avuto bisogno del sostegno psicologico che, da protocollo, viene fornito agli amputati. Anzi, ero io a consolare i miei parenti e i miei amici quando venivano a trovarmi". Quando gli sistemarono la protesi chiese ai medici ma soprattutto a se stesso sino a dove si sarebbe potuto spingere col nuovo arto? La risposta se l'è data alzando ulteriormente l'asticella rispetto a ciò, ed era tanto, che aveva fatto prima dell'incidente: ha scalato agilmente pareti come la cresta sud est di Monte Muru Mannu, ha fatto i 18 chilometri del trail del Marganai, ha partecipato con altri amputati al "Tor des Géants", in Valle d'Aosta, considerato il trail più duro del mondo, ha fatto il "Vertical" di Punta Martin, una gara in salita con pendenze del 50%, ha percorso in bici per centinaia di chilometri i luoghi più suggestivi della costa sud occidentale.
Lino Cianciotto ha scelto di fare un lavoro della sua passione. Organizza esperienze escursionistiche con turisti provenienti da tutta Europa. Lui c'è sempre, è la guida.
Nella sua offerta ci sono oltre 800 chilometri di itinerari geolocalizzati percorribili a piedi, in bicicletta, in moto, in canoa, in fuoristrada e a cavallo con più di 50 programmi visite e 16 argomenti scientifici, culturali e sportivi. Uno dei programmi è la passeggiata di 60 chilometri lungo la costa da Portoscuso a Piscinas, quella che lui chiama "La Costa delle miniere" (che è anche il titolo di una delle sue tre guide edite da Enrico Spanu; le altre sono "Iglesiente selvaggio" e "Sardegna Sud ovest", edizioni Enrico Spanu). Chi volesse, può seguire il suo viaggio su Facebook e su Instagram.