A volte un arenile meraviglioso può diventare un muro insormontabile. Guardate su Facebook "Spiagge accessibili ai disabili in carrozzina in Sardegna" e capirete. Niente pedane, e allora raggiungere la riva diventa un sogno irrealizzabile, a meno che non si venga portati in braccio. Oppure lunghe corsie di legno, che fanno pensare di poterci arrivare a toccare l'acqua, invece a un certo punto ecco l'amara sorpresa: le assi si interrompono, perché non sono state costruite fino alla fine, i vandali le hanno divelte, la sabbia le ha ricoperte e sono impercorribili con una sedia a rotelle.

Le testimonianze

«La situazione dell'Isola è drammatica, però ci sono anche alcune zone attrezzatissime, inclusive e felici», racconta Alfio Uda, che con la sua compagna, Luciana Hatfull, ha creato la pagina social che in pochi mesi ha superato i 10.200 followers. «Quali sono le cose essenziali? Un parcheggio adeguato, una passerella che parte da lì, la piazzola per il lettino (che dev'essere più alto del normale) e l'ombrellone, i wc ad hoc e la sedia job per fare il bagno», spiega. Alcuni esempi di piccoli paradisi - avvisa - sono al Poetto, tutto quanto, ma soprattutto al Chiringuito di Quartu; il Velasport di Villaputzu in zona Porto Corallo; Torre Salinas a Muravera; a Maladroxia (Sant'Antioco), unico stabilimento sardo frequentabile dai disabili gravissimi gestito dall'associazione Le Rondini con il progetto Isola del cuore; Platamona con la sua Abaf; il Lido del Sole di Olbia.

L'elenco, sia in positivo che in negativo, nasce da una grande rete di persone coinvolte e sensibili che pubblica foto, video, denunce, accanto a segnalazioni e informazioni utili, per aiutare chi non può camminare con le proprie gambe a muoversi agevolmente in questa estate complicata. «Sì perché quest'anno purtroppo, oltre ai soliti ostacoli e alle consuete barriere, ci sono le regole per la sicurezza anti-Covid, che limitano molto i servizi e la possibilità d'intervento dei bagnini».

La storia

Alfio, 53 anni, di Macomer, ex promotore finanziario, cestista e arbitro di calcio, a settembre 2015 ha avuto un incidente sull'asse mediano, era in moto, un'auto gli ha tagliato la strada, è caduto, ha sbattuto la testa e si è fratturato le vertebre C4 e C5. Quando si è svegliato al Brotzu, dopo un mese di coma farmacologico, ha saputo che non avrebbe mai più camminato. In seguito altre durissime prove lo hanno investito - la sua storia ha avuto la ribalta nazionale - oggi è un uomo superattivo, con accanto la sua donna, Luciana, fisioterapista algherese, che lo ha aiutato a uscire dal tunnel dell'immobilità.

Il progetto

«Ma lo sapete che ci sono siti, come ad esempio quello di Legambiente, che dà informazioni completamente sbagliate sulle spiagge per disabili? Gli abbiamo scritto, e per tutta risposta hanno eliminato ogni indicazione. Sono passati dagli errori al nulla assoluto, penalizzando una serie di località che invece sono perfette per noi», sottolinea Uda. «Insomma, il nostro obiettivo è quello di ideare un marchio, di dare un patentino di accessibilità ai litorali che hanno le carte in regola, e di raccogliere tutto in una guida online. Il turismo accessibile può essere anche un business, in Europa riguarda oltre 127 milioni di persone - lo dice Eurostat - e riguarda chi ha difficoltà motorie, permanenti o temporanee, persone con disabilità sensoriali o cognitive, traumatizzati, anziani, genitori con passeggini, donne in gravidanza. Siamo andati a parlare con l'assessore al Turismo Gianni Chessa, e ci ha detto che ci darà una mano. I fondi ci sono, ma spesso i Comuni non li chiedono, e il mare, per molti, resta un diritto negato».

Cristina Cossu

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