L'appuntamento è per domattina alle 9.30 nel carcere di Uta, dove si svolgerà l'interrogatorio di Francesco Melis, 30 anni, arrestato dai carabinieri con l'accusa di aver trasformato l'autobar "Lo sfizio" nei parcheggi del Cis, in viale Bonaria a Cagliari, in una centrale dello spaccio di droga.

Subito dopo l'udienza per la convalida dell'arresto, Melis sarà interrogato alla presenza del suo legale, l'avvocato Marcello Medici.

Nel corso dell'operazione, lunedì mattina, i carabinieri della Compagnia di Carbonia (che si sono imbattuti nell'autobar di Cagliari nel corso delle indagini su un giro di droga nel Sulcis) hanno recuperato un etto di cocaina nascosta nelle lattine delle bibite, 49 munizioni calibro 12 e cinquemila euro. Proprio domattina, l'avvocato Medici preciserà alcune situazioni dal punto di vista della difesa. L'attività, di proprietà di Giuseppe Melis, sarebbe gestita dal figlio Antonio e non da Francesco, l'altro figlio che - secondo la difesa - avrebbe gestito in solitudine l'attività di spaccio, definita estranea a quella dell'autobar. "I soldi sequestrati", dice il legale, "sono giustificati dall'alto fatturato de Lo Sfizio e non sono riconducibili a spaccio di droga".

Non la pensano così i carabinieri della Compagnia di Carbonia, che stanno avviando tutte le procedure amministrative previste nei casi di attività di spaccio in locali: non è escluso che richiedano un provvedimento di chiusura temporanea de Lo Sfizio.

Smentite, intanto, le voci secondo le quali l'autobar in viale Bonaria sarebbe abusivo. Secondo quanto ha accertato il Comune di Cagliari, la concessione è stata prorogata dalla legge fino alla fine di quest'anno. Riguarda però soltanto la vendita di alimenti e bevande, considerato che non vi sono le condizioni igienico-sanitarie per la somministrazione nel locale, creato occupando in maniera abusiva una superficie superiore ai 21 metri quadrati concessi. Il Comune ritiene che l'autobar sia stato trasformato, di fatto e senza permessi, in un pubblico esercizio dotato anche di tavoli e sedie: non sono consentiti.

Il titolare de Lo Sfizio ha fatto ricorso al Tar in quanto il Comune, anni addietro, permise l'allaccio dell'autobar all'acquedotto e alla rete elettrica, dotando così l'attività dei requisiti igienico-sanitari richiesti ai pubblici esercizi. Ma l'area occupata era superiore a quella concessa.
© Riproduzione riservata