Rinnovo del contratto nazionale, riforma del settore che garantisca stabilità, efficienza ed efficacia dei servizi nel pieno rispetto della salute e dell'ambiente. Sono le principali rivendicazioni dei lavoratori del trasporto pubblico locale, che stamattina hanno manifestato anche a Cagliari, in concomitanza con altre città italiane, per la terza volta in pochi mesi. 

Uno sciopero che ha visto la partecipazione di decine di autoferrotranvieri arrivati nel capoluogo da tutta la Sardegna e riuniti in piazza Matteotti. per far sentire la loro voce. “Il contratto è scaduto nel 2017", ricorda Alessandro Russu, coordinatore regionale Fit Cisl Trasporti, “attendiamo ancora il rinnovo. Abbiamo lavorato durante la pandemia senza fermarci, garantendo la mobilità a tutti i sardi. Le aziende hanno ricevuto a livello nazionale 2 miliardi 800 milioni di euro di sostegni da parte dello Stato, perciò devono riconoscere alla nostra categoria ciò che spetta”. 

La Fit Cisl chiede inoltre la costituzione di un consorzio composto dalle 56 aziende sarde del comparto e l'aggiornamento del Piano regionale dei trasporti, fermo al 1997: "In Sardegna queste aziende non sono coordinate fra loro”, aggiunge Russu.

Manifestazione degli autoferrotranvieri
Manifestazione degli autoferrotranvieri
Manifestazione degli autoferrotranvieri

Per Arnaldo Boeddu, segretario regionale Filt Cgil, “il rinnovo del contratto scaduto da tre anni viene ancor prima della riforma. Le aziende hanno avuto cospicui ristori per i mancati abbonamenti, tuttavia non vogliono concedere nulla ai lavoratori. Siamo disponibili a garantire maggiore flessibilità ma vogliamo orari di lavoro migliori e un inquadramento che rispetti le professionalità. La riforma deve puntare anche a rendere più sicuri i mezzi dal punto di vista sanitario, con dei filtri come negli aerei, e la sanificazione ogni dieci minuti”.

Per William Zonca, segretario generale Uiltrasporti Sardegna, visti gli investimenti del governo sul trasporto pubblico locale "è inaccettabile che non si riesca a chiudere un contratto per ragioni economiche. A settembre riapriranno le scuole e bisogna garantire la sicurezza all'interno dei mezzi; ciò si può fare se c'è anche una pace sociale, per la tranquillità di chi viaggia e di chi svolge il servizio con la dignità di un lavoratore che deve essere pagato per quello che fa”. 

Roberto Muru, segretario generale Faisa Cisal Sardegna, chiede che le “aziende si siedano al tavolo per riconoscere ai lavoratori ciò che gli spetta. Lavoratori che hanno rischiato il contagio perché non si sono fermati neanche durante il lockdown e non rientrano nelle categorie prioritarie per il vaccino. Continueremo a lottare finché le nostre richieste non saranno soddisfatte”. L'assessore regionale ai Trasporti Giorgio Todde ha convocato le parti sociali per giovedì 3 giugno per discutere dei motivi della protesta di oggi e tentare di sbloccare la situazione.

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