Dalle parti del nuovo porticciolo di Sa Perdixedda, alle spalle del mercato ittico e dietro i lussi dei nuovi moli destinati all'attracco delle imponenti navi da crociera, anche la domenica è un giorno di lavoro.

I numeri non raccontano più i fasti del passato, quando i pescherecci che affollavano la via Roma circondavano i traghetti della Tirrenia: ora di quella flotta di 220 pescherecci, sparsi anche tra Marina Piccola e Sant'Elmo, ne restano una cinquantina o poco più, ma sufficienti per rifornire comunque ogni giorno di pesce fresco il mercato ittico e i vari mercati civici rionali.

«Noi veniamo qui ogni settimana dai nostri pescatori di fiducia», raccontano due pensionati che ormai da tempo si riforniscono direttamente in banchina, «ormai dopo anni sono nate delle amicizie e sanno i nostri gusti».

Nel nuovo porticciolo lavorano circa 200 pescatori: molti sono operatori della piccola pesca che escono entro le tre miglia, poi ci sono le flotte con grossi pescherecci che possono restare anche parecchi giorni in mare. «Siano nati nelle barche», racconta Emanuele Rais, 53 anni, «il lavoro è sempre stato duro, ma prima almeno c'era il pesce da pescare. Ora non c'è più quasi nulla: quindi diventa una guerra, con tanti che pescano anche prodotti che non dovrebbero essere presi».

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