Una piazza piena di voci, di battiti, di suoni. È così che ieri Cagliari si è unita a tante altre città italiane per tenere accesa l’attenzione su Gaza, dove si muore di fame e di sete.

Nel cuore del centro storico cagliaritano, il corteo ha attraversato le principali vie cittadine con l’obiettivo non solo di manifestare solidarietà, ma anche di gridare al mondo che la fame usata come arma è un crimine di guerra. E che il mondo non deve più restare a guardare. «Noi resistiamo con loro facendo rumore», è lo slogan che riecheggerà per le vie della città. 

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«Facciamo rumore per chi non ha più voce», dicono gli organizzatori, uniti in un appello rivolto a tutti e a tutte, senza bandiere né distinzioni. Con la Palestina nel cuore, donne, uomini, famiglie e giovani si sono ritrovati per portare per le strade tamburi, pentole, strumenti, battiti di mani e parole. Per dire che la resistenza di Gaza non è dimenticata. Che i bambini, le donne e l’intera popolazione civile sotto assedio non sono soli.

L’iniziativa, apartitica, «vuole anche denunciare le complicità internazionali che alimentano la violenza e l’apartheid, chiedendo giustizia e libertà per tutti i popoli oppressi».

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