Voglio dare i numeri: su "quota cento" ci sono mille polemiche, gli italiani hanno cento dubbi, e tutti rischiano di capirne zero. Sull'Unione Sarda - invece - questa volta ho la possibilità di fare un po' di chiarezza a proposito delle pensioni che verranno, e provo a spiegare perché.

Riassunto delle puntate precedenti.

È stata un'intervista del presidente dell'Inps Tito Boeri, l'altro giorno, a riaccendere la polemica su una delle due riforme più attese, e a sparare ad alzo zero sul governo con questo grido di allarme lanciato in una intervista a Il Corriere della Sera: "I conti della riforma - attacca Boeri - sono sbagliati!". Ironia della sorte. Quando ho letto le parole del presidente dell'Inps, ieri, di primissima mattina, mi ritrovavo in uno studio della Rai, ad Agorà, e avevo al mio fianco proprio Claudio Durigon, ovvero il sottosegretario con delega alle pensioni. Un colpo di fortuna: come se, dovendo commentare Roma-Juve, il giorno dopo la partita mi fossi ritrovato vicino Eusebio Di Francesco.

Durigon ha un faccione rotondo, sorridente e apparentemente imperturbabile. Gli chiedo cosa ci sia di vero in quella intervista e mi risponde, quasi serafico: "Tutte balle". Allora per un attimo divertitevi anche voi: regalo ai lettori dell'Unione il dialogo a distanza che ho potuto ricostruire tra queste due voci, mettendo a raffronto le opinioni di due uomini che parlano lingue diverse.

Boeri dice: "Il governo ha messo a bilancio la stessa quota di copertura sia per il primo che per il secondo anno della riforma. È un errore, il costo inevitabilmente crescerà".

Durigon risponde: "Boeri sbaglia: il primo anno spenderemo addirittura meno. Il secondo poco di più. In totale la stessa cifra, o una di poco inferiore". L'Inps sostiene che con quota 100 ci sarà una penalizzazione rispetto alla Fornero.

Durigon: «Con questa riforma, chi arrivasse alla stessa età, quota 67, prenderà il 10% in più".

Boeri: "Con il governo non c'è dialogo, non conosco ancora i termini e i numeri della riforma".

Durigon mi sfida: "Se vuole le mostro - visto che non ci sono segreti - i suoi sms, assolutamente cordiali".

Il Pd dice: "Vogliono cancellare quota donna!".

Durigon risponde: "Non è vero, resterà". Mentre parliamo non posso fare a meno di scrutare - beep! - il messaggio di Salvini che appare sul cellulare del sottosegretario dopo l'intervista-choc: "Mi sono stufato (eufemismo, ndr.). Fai un comunicato, spiega".

Dice ancora Boeri: "Mi fermano per strada e mi chiedono se ci saranno i soldi per pagare le pensioni".

E Durigon qui si arrabbia: "Come si fa a mettere in allarme gli italiani? Ci sono le risorse, i conti li abbiamo fatti fino all'ultima cifra".

Solo la politica della Terza Repubblica può regalare una rappresentazione così inconciliabile: bianco e nero. Ma il sottosegretario spiega altre due nodi decisivi della riforma: "Primo: così mandiamo a casa gli anziani, spesso già senza lavoro, che non riuscivano ad andare in pensione. E facciamo spazio a giovani, anche loro senza lavoro, che oggi non riescono ad essere assunti". Secondo: "Restano i contributi figurativi, ovviamente, ci sarà il divieto di continuare l'attività per chi sceglie di entrare nel sistema previdenziale. Tutti avranno la possibilità di ritirarsi - a partire da 62 anni - con almeno 38 anni di lavoro".

Ad alcuni, tipo i medici, non converrà: ad un autista o ad una maestra d'asilo usurati sicuramente sì.

Boeri, e tanti con lui, dicono: "Se tutti i 400mila e rotti aventi diritto e requisito andranno in pensione tutti insieme, i conti saltano".

E qui Duridon per una volta abbandona il sorriso: "Non è vero. Abbiamo un precedente recente, quasi incredibile, quello dell'Ape social: la forma di pensionamento anticipato varata dal centrosinistra. Sa - spiega il leghista - che solo 1/3 degli aventi diritto, rispetto alla platea potenziale, ha aderito?".

Non lo sapevo. Ma vi dico come la penso. Sul tema delle pensioni non esistono più una linea di destra o una di sinistra: esistono solo soluzioni utili o meno. Tant'è vero che quota 100 in Italia è stata inventata e proposta dall'ex ministro Cesare Damiano, oggi candidato a guidare il Pd. A me il punto sembra sia tutto qui: rispetto alla Fornero questa riforma restituisce più libertà alle persone. Lo fa in una cornice che garantisce condizioni di equilibrio per i conti pubblici, e lo fa restituendo ai lavoratori la possibilità di andare in pensione quando vogliono, vagliando loro i pro e i contro del trattamento economico che otterrebbero. Quota cento libera tanti posti di lavoro e cancella la piaga degli esodati, da subito. Boeri fa bene a vigilare perché è il suo lavoro, finché si comporta da tecnico. Ma la politica ha l'obbligo di trovare delle risposte. Per questo suggerirei ad almeno uno dei sette candidati alla guida del Pd di votare a favore di questo provvedimento, come tante volte, in passato, hanno fatto le opposizioni non ideologiche con i provvedimenti di buon senso. Sicuramente sarebbe apprezzato dagli elettori, e si avvicinerebbe alla vittoria. L'unica cosa certa è che se chi dice "No" non offre proposte alternative, i problemi non si risolvono.

Luca Telese

(Giornalista, autore televisivo)

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