Il processo per riciclaggio di denaro sporco a carico di dodici persone, tra le quali l'europarlamentare Salvatore Cicu, è costellata di "lacune e crateri" ed è fatto di "suggestioni". Manca "l'elemento soggettivo" nell'esponente politico: la consapevolezza cioè di aver assunto comportamenti che integravano il reato contestato dalla Procura, e dunque il rappresentante di Forza Italia deve essere assolto "perché il fatto non costituisce reato".

Non solo: il pm oltre a chiedere la condanna a 5 anni (e in subordine la prescrizione, che dovrebbe essere già intervenuta) ha insistito per la confisca dei beni sequestrati, ma anche in caso di prescrizione "non si può disporre la confisca".

Sono le richieste dell'avvocato Valeria Aresti, difensore di Cicu, nel procedimento sull'acquisto a Villasimius per un milione di euro, nel 2003, delle aree sulle quali costruire un resort di lusso.

Secondo la Procura, 400mila euro di quel milione erano stati consegnati in contanti il 5 agosto 2003 dal boss camorrista Gennaro Chierchia, 270mila dei quali erano finiti (90mila a testa) a Cicu, Taccori e Cau. Un riciclaggio di soldi della criminalità organizzata campana.

Sotto accusa si trovano anche l'ex sindaco di Sestu Luciano Taccori, l'ex consigliere forzista suo compaesano Paolo Cau, gli imprenditori Bartolomeo Piccolo, Alessandro Falco, Antonino Di Martino, Nicola Fontana, Rosa Garofalo, Gilda Piccolo, Angela Miccio, Luisa Di Martino e Alessandra Coronella, l'ex consigliere regionale campano Luciano Passariello, Salvatore Venturino e Rosa Fontana.

Il pm ha chiesto per tutti pene dai 5 agli 8 anni e la prescrizione per Passariello, Venturino e Rosa Fontana. "Le indagini - ha detto l'avvocato - hanno solo dimostrato che Cicu non è mai entrato in contatto con la cordata campana, e che ha sempre tracciato i propri movimenti finanziari dichiarandone le finalità".

Prossima udienza il 20 marzo.
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