Poche parole e molti non ricordo.

Al processo per la costruzione dello stadio di Is Arenas si parla ancora di vincoli archeologici.

È stata però una testimonianza lampo quella del sovrintendente Marco Minoia, nel 2011 alla soprintendenza per i beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano.

Le domande rivolte dal pm Enrico Lussu al dirigente sono state tutte incentrate sulle richieste di autorizzazione presentate dal Comune di Quartu alla soprintendenza per ottenere il via libera alle opere comunali già finanziate e previste vicino allo stagno di Molentargius, il cantiere Pia.

Stando alle accuse, proprio nel progetto per il quale era stato interpellato Minoia, ad un certo punto (in fase di integrazione progettuale) era comparso lo stadio di Is Arenas.

Una circostanza ambigua secondo la Procura, dato che il campo da gioco era un'opera privata e non poteva essere finanziata con i soldi pubblici.

Particolarmente importante per l'accusa la testimonianza di Donatella Fiorino: la funzionaria comunale ha riferito che Stefano Lilliu, l'ex assessore ai Lavori pubblici, era andato da lei preoccupato perché si sarebbe reso conto che il Cagliari Calcio stava costruendo parte dello stadio in difformità rispetto al progetto (erano stati aggiunti i cosiddetti formaggini).

Era assente l'imputato Massimo Cellino, mentre era in aula l'ex sindaco Mauro Contini.

L'udienza è stata rinviata al 13 luglio.
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